Con 378 voti favorevoli, 255 contrari e 42 astenuti, passa in Parlamento Europeo il “Rapporto Matic” che tra i vari contenuti approva il concetto di aborto come “diritto umano” riconosciuto dall’Europarlamento. Non è bastata la strenua posizione contraria dei cattolici – tra Conferenze episcopali, associazioni pro-life e qualche sparuta realtà nazionale – ha prevalso invece, nel silenzio quasi tombale dei media italiani ed europei, la “cultura della morte” come lamentano alcuni europarlamentari che hanno votato contro la relazione del croato Matic.
«Ce l’abbiamo fatta! Il Parlamento Ue ha approvato la mia relazione sulla salute sessuale e riproduttiva e sui diritti delle donne con 378 voti a favore», scrive sui social il membro del Spd Croazia, Fred Matic: «alla fine abbiamo una posizione chiara: tutti in Europa devono avere accesso alla contraccezione, alla riproduzione medicalmente assistita, all’aborto e ad altri servizi sanitari!». Per il partito socialdemocratico in Europa il successo è netto, tanto da rivendicare «Un grande giorno per tutte le donne d’Europa! Siamo stati forti insieme, abbiamo combattuto e abbiamo vinto. La nostra lotta continua!». Si attende nelle prossime ore la risposta della Chiesa che inevitabilmente da questa “battaglia” sull’aborto esce nuovamente sconfitta, così come la cultura della vita e la tutela fin dal concepimento.
Uspjeli smo!✊
Europski parlament je sa 378 glasova usvojio moj izvještaj o seksualnom i reproduktivnom zdravlju i pravima žena.
Konačno imamo jasan stav – svatko u ?? mora imati pristup kontracepciji, medicinski potpomognutoj oplodnji, pobačaju i drugim zdravstvenim uslugama! pic.twitter.com/GaLkS3uCn7
— Predrag Fred Matic MEP (@fred_matic) June 24, 2021
A great day for all women of Europe!
We stood strong together, we fought, and we have won.
We’re one step closer to recognising #SRHR and women’s rights for what they truly are – #HumanRights
Congratulations, @fred_matic ?
Our fight continues!✊ pic.twitter.com/yOVr9FkAFo— S&D Group (@TheProgressives) June 24, 2021
LA CONDANNA DEI VESCOVI CROATI
È in corso la Plenaria del Parlamento Europeo che porterà, tra gli altri, anche le votazioni finali sul Rapporto Matic e la rivendicazione dell’aborto come «diritto pienamente umano»: si alza intanto da diverse realtà ecclesiali e cattoliche in tutta Europa il grido contro «l’arrogante e ideologica cultura abortista» che si staglia dentro al corposo Rapporto Matic. «La salute della donna non può essere equiparata all’inesistente diritto all’aborto», è la contro-mozione pubblicata dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale croata, replicando al loro connazionale europarlamentare che ha presentato il report oggi al voto all’Europarlamento.
«Questo Rapporto senza alcuna base giuridica crea alcuni nuovi diritti umani come quello all’aborto appunto, amputa alcuni diritti umani esistenti come il diritto dei genitori a crescere figli e travalica i poteri dell’Unione Europea ai sensi dei trattati istitutivi e viola direttamente la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue» attaccano ancora i vescovi croati, così come hanno fatto nei giorni scorsi le Conferenze episcopali di Italia, Germania, Austria, Romania e Slovacchia. «Chi rappresenta dal punto di vista politico i nostri valori e i nostri interessi sociali deve promuovere i valori della dignità umana, sostenere la famiglia e rispettare la vita», è il messaggio lanciato da mons. Aurel Percă, arcivescovo metropolita di Bucarest e presidente della Conferenza episcopale romena (Cer). Il voto finale sul Rapporto Matic è atteso tra le 14.30 e le 15.45 questo pomeriggio.
LEGA: “GRAVE ATTACCO A OBIEZIONE DI COSCIENZA”
Il voto sull’aborto atteso in giornata è frutto della nuova maggioranza presente in Parlamento Ue, meno legata alle tradizioni “popolari” cristiano-giudaiche ma “aperta” alla nuova religione “universale” dei diritti laici, o potremmo dire forse più esattamente laicisti: «Ciò che è realmente cambiato è la radicalizzazione ideologica di questo Parlamento, la cui attuale legislatura si è aperta con un’anomala alleanza tra Partito Popolare Europeo, Renew e Socialisti per la presidenza della von der Leyen e ha oggettivamente spostato il baricentro dei valori del popolarismo verso una visione più laicista», così parla l’europarlamentare della Lega Simona Baldassarre, intervistata dal portale “ProVita & Famiglia“. Il voto sul Rapporto Matic continua ad essere pressoché silenziato dai media italiani ed europei ma rappresenta uno approdo importante per comprendere quanto della cultura laicista sia diffusa e profonda nello scenario internazionale europeo.
«L’attacco che la relazione sferra all’obiezione di coscienza è tra le cose che più mi preoccupano. La si vuole concepire come un ostacolo per l’aborto e pertanto, un intralcio da eliminare. Addirittura, nelle motivazioni del dossier si sostiene che il rifiuto dell’aborto da parte di un medico per le proprie convinzioni religiose, morali, filosofiche o etiche sarebbe da affrontare come “una negazione di assistenza medica, anziché essere considerata una cosiddetta obiezione di coscienza”. É gravissimo. Come medico, ancor prima che come politico», attacca ancora l’europarlamentare leghista. Qui sotto nei vari focus trovate tutte le informazioni su cosa sia il Rapporto Matic, di cosa si vota oggi in Parlamento Europeo e quali scenari potrebbero aprirsi successivamente.
OGGI IL VOTO IN PARLAMENTO UE
Sarà una giornata campale quella di oggi in Parlamento Europeo dove è previsto il voto sulla mozione introdotta dall’europarlamentare croato Predrag Fred Matic (socialdemocratico) per chiedere a tutti gli Stati Ue di riconoscere l’aborto come «prestazione sanitaria essenziale» e soprattutto come «diritto umano». Nel “silenzio” pressoché totale dei media, impegnati nelle sfide “etiche” sui colori arcobaleno, le leggi LGBTQ in Ungheria e il nostrano scontro Vaticano-Ddl Zan, il tema dell’aborto torna di strettissima attualità presso il Parlamento Ue dopo che già a fine 2020 venne pesantemente contestata da Bruxelles la legge in Polonia che di fatto poneva fortissimi limiti alla pratica dell’aborto.
In quel caso l’Europarlamento approvò una risoluzione in cui contestava la legge di Varsavia che impedisce l’interruzione di gravidanza anche nei casi di gravi e irreversibili (come malformazioni fetali), dicendo «Mette in pericolo la vita delle donne»; la Lega votò con la Polonia in quell’occasione, mentre oggi la tematica si ripropone con un voto ancora più divisivo e dal forte connotato etico-morale. Se la maggior parte dei Paesi europei si dice pronta ad accettare tale mozione, così non avviene in diversi Paesi del blocco Est: Polonia, Ungheria, Slovacchia, con quest’ultima che il 17 giugno scorso ha già approvato una risoluzione contro la mozione Matic «che viola la regola della sussidiarietà e oltrepassa i poteri del Parlamento europeo».
COSA DICE IL RAPPORTO MATIC SULL’ABORTO
La mozione dal titolo per estero ”La situazione della salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti nell’Ue” introduce così: «La salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti rappresentano una delle questioni chiave nell’ambito della discussione sui diritti umani e sono inscindibili dal conseguimento del diritto fondamentale alla salute, nonché dal conseguimento della parità di genere e dell’eliminazione della violenza di genere», così si legge nella motivazione che prelude alla relazione Matic che l’Europarlamento è pronto a votare in giornata «sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell’Ue, nel quadro della salute delle donne». In commissione il testo ha avuto pieno sostegno di molti partiti dell’emiciclo – Popolari, Socialisti e democratici, Liberaldemocratici, Verdi – e va ricordato che non avrà valore di legge vincolante, in quanto la tematica è competenza piena degli Stati membri: di contro, si tratta di un voto importante in quanto potrà “influire” e condizionare indirettamente le attività legislative dei parlamenti nazionali per non parlare dell’opinione pubblica. La mozione definisce anche l’obiezione di coscienza come «negazione all’assistenza medica» mentre ogni discorso critico verso l’aborto viene definito «campagna di disinformazione»: il rapporto Matic esorta poi i Paesi Ue a «rimuovere le barriere che attualmente impediscono alle donne l’interruzione di gravidanza; tali impedimenti sarebbero di fatto «i lunghi periodi di attesa», «la negazione delle cure mediche basata sulle convinzioni personali dei dottori», «la necessità di consulenze o di autorizzazioni di terzi».
LE REAZIONI E GLI APPELLI
Durissima la reazione della Chiesa e delle associazioni pro-life a macchia di leopardo in tutta Europa: «Non esiste un diritto ad abortire. La vita umana, anche quella non ancora nata, possiede una propria dignità e un proprio diritto sin dal concepimento. Pertanto chiediamo al Parlamento Europeo di adottare una risoluzione in cui si stabilisca il diritto di tutte le donne alla continuazione alla gravidanza e quindi di ricevere gli aiuti e le protezioni necessarie perché il loro figlio possa essere accolto», spiega all’AgenSir Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al Rapporto Matic, «risulta inoltre pericolosa la negazione del diritto all’obiezione di coscienza prevista nel Report. Questa sì che sarebbe una grave violazione di una libertà fondamentale». Per l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, «L’aborto è sempre una violazione del diritto umano fondamentale alla vita, tanto più ripugnante in quanto riguarda la vita delle persone più deboli e del tutto indifese. Si tratta quindi di una manifestazione della più ingiusta discriminazione». Pur non essendo vincolante, la mozione Matic è «eticamente insostenibile», attacca la Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione Europea (Comece), «Un intervento medico di una tale portata non può e non deve diventare una pratica normale: qualificarlo come servizio essenziale degrada il bambino non nato. Il bambino non nato ha il diritto umano alla vita». Per Miriam Sciberras, presidente della Malta Life Network Foundation «Questo rapporto è una proposta radicale, inquadrata nel linguaggio dei diritti delle donne, ma che cerca di minare le libertà fondamentali in molti Paesi europei oggi. Colpisce frontalmente il diritto alla libertà di espressione, il diritto alla libertà di coscienza, il diritto alla libertà di religione, il diritto dei genitori come primari educatori dei figli e, soprattutto, il diritto alla vita per tutte le persone». Interessante sarà capire la posizione che terranno i gruppi italiani, nei giorni “caldissimi” sul tema dei diritti civili (LGBT e razzismo) e con uno scontro già in atto con la Santa Sede per la formulazione del Ddl Zan.