Già, il Parlamento europeo vota domani e nessuno ne parla. Che cosa? Una risoluzione ispirata dal cosiddetto “Rapporto Matic”, ossia un documento messo a punto dalla Commissione, istituita presso la medesima assemblea legislativa Ue, per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. E che propone? Che l’aborto sia considerato un diritto umano, e che nessun governo possa porre limitazioni. Di più, una prestazione sanitaria essenziale, che non si può mai negare, anche alle minorenni, e cui nessun medico può sottrarsi per convinzioni personali.
Addio all’obiezione di coscienza. Addio alla libertà dei singoli Stati, sovrani in materia di educazione e politiche sanitarie. Ad esempio per l’Italia, addio così com’è anche alla legge 194, che andrebbe cambiata sì, ma non in senso aperturista, semmai al contrario, date le conoscenze mediche che 40 anni fa non c’erano. Basti per tutte una precisione dell’ecografia e del monitoraggio cardiaco che evidenzia il battito del bambino a pochi giorni di vita, oltreché il suo formarsi lento ma costante in ogni giorno della sua esistenza.
Già, il bambino, l’eterno assente quando si accampano i diritti delle donne. Il bambino è un accidente, un bubbone, un’escrescenza che può diventare uomo o donna o chissà cos’altro, ma a seconda dell’interesse, del sentiment della madre che lo porta in grembo. E sono mille e mille le motivazioni mediche, psicologiche, esistenziali che possono stabilire un verdetto di morte.
Oggi la 194 chiede di specificarle. Non sarà più necessario. È un diritto umano, appunto. E il bambino non ha nulla di umano, come testimonia la scienza… Eppure già il Consiglio d’Europa aveva bacchettato l’Italia per la massiccia presenza di medici obiettori; aveva cercato di bloccare in Polonia la legge che vieta l’aborto in caso di malformazioni fetali, con un voto che ha spaccato le forze politiche, ancora una volta maldestramente schierate dai media in conservatrici e progressiste, dove le seconde sono quelle favorevoli alle donne, e le prime ai non nati. Semplicemente ridicolo, controsenso anche lessicale, dato che si nasce da una donna, e non è un diritto delle donne uccidere i propri figli.
Bel progresso, quello che sottrae diritti ai bambini, li soggioga ai desideri effimeri (come e quando li vogliamo, e con chi?) e poi si ingegna in politiche per accrescere la natalità.
Di quel che accade domani in Europa, a meno che il voto venga rimandato, nessuno parla. Parliamo invece di un ddl in Italia, che ci impedirà di esprimere le nostre perplessità, le nostre veementi contrarietà, quando si farà mercimonio della vita. E ci affidiamo ai nuovi maitres à penser, per confortarci sull’oscurantismo ecclesiastico e aizzare i testimonial del progressismo: Fedez, Elodie, eccetera. Mai che li si abbia visti blaterare per una Saman qualsiasi, mai che li si veda in piazza o solleciti di qualche sponsor di tendenza per infibulazione, matrimoni forzati. Quando si rischia, tutti zitti. E noi beceri, a infiammarci per un like e a berci le loro sgangherate e ignoranti esternazioni. Che incantano perfino i direttori dei giornali (tutto fa brodo, a servizio delle ideologie), e i leader di partito, ridotti ad adulatori del personaggetto di TikTok.
A proposito, anche in Europa la voce più forte che si è levata è quella della Conferenza episcopale europea. ’Sta Chiesa che s’immischia nella laicità delle scelte politiche, e pretende di avere libertà di pensiero, parola, e difendere la vita dei più deboli. Meglio cancellarla per sempre, a poco a poco, espellerla come un bubbone, appunto.
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