La morte di Giangavino Sulas, spentosi a 77 anni in seguito a una malattia contro cui combatteva da tempo (tumore), ha gettato nello sconforto molti colleghi. Pietro Sparaco, fotoreporter bergamasco, su “L’Eco di Bergamo” ha ricordato la figura dell’amico, dicendo che insieme a lui “ne ho fatte di tutti i colori. Era una persona simpaticissima, aveva sempre una battuta per tutti. Era generoso e disponibile. Non è un caso se è rimasto amico di tutte le persone con cui ha lavorato in passato”.
Negli ultimi giorni i due si sono sentiti: il giornalista stava male, ma appena riusciva rispondeva sempre via sms. Sparaco ha poi sottolineato come Sulas fosse una memoria storica, in grado di ricordare ogni fatto di cronaca, anche ciò che era accaduto venti o trent’anni fa, senza tralasciare i particolari. “Quando eravamo fianco a fianco a La Notte era incredibile – ha aggiunto –: il giornale andava in edicola solo nel pomeriggio e lui doveva lavorare su notizie di cronaca nera uscite sugli altri giornali la mattina. Nove volte su dieci riusciva a portare a casa qualcosa di nuovo che i colleghi non erano riusciti a scovare”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Giangavino Sulas è morto: “Sempre sulla notizia”
Giangavino Sulas, giornalista bergamasco, ma di origini sarde, si è spento questa notte presso l’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo, dove era ricoverato da qualche tempo a causa di un tumore contro cui lottava e per via dell’aggravarsi delle proprie condizioni. Sulas, che lascia la moglie e i due figli, Marco e Roberta, proprio a causa della malattia aveva dovuto diradare le sue prime frequenti apparizioni televisive e anche quel lavoro giornalistico che l’aveva visto seguire alcuni importanti casi di cronaca nera a giudiziaria sia per le redazioni di TeleLombardia sia per Mediaset, senza dimenticare la sua lunga collaborazione con il settimanale “Oggi”.
“Sulla notizia, sempre”: è così che oggi Sulas viene ricordato da colleghi e da chi lo conosceva. Un cronista di razza che nell’ultimo periodo era diventato un volto noto anche al grande pubblico per via delle sue ospitate nei programmi Mediaset. Non a caso, tra i primi a esprimere il dolore per la scomparsa è stato l’account Facebook di “Quarto grado”, che ha postato una foto che piaceva allo stesso Giangavino, uomo dall’immenso rispetto “per i suoi lettori e telespettatori”. L’ultimo articolo l’aveva dedicato alla scomparsa di Denise Pipitone, ma aveva presenziato comunque ad alcune trasmissioni e di solito parlava del male che combatteva come di una “massa che spinge”, senza mai perdere il buonumore che lo contraddistingueva. (agg. di R. G. Flore)
Nuovo lutto nel mondo del giornalismo
Il giornalista Giangavino Sulas si è spento nella notte a Bergamo a 77 anni. L’uomo è venuto a mancare dopo aver combattuto contro una brutta malattia. Come fa sapere il settimanale Oggi, per il quale aveva scritto nel corso della sua lunga e straordinaria carriera, Giangavino Sulas aveva un tumore ed era ricoverato presso l’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo, dove è spirato nella notte tra il 24 e il 25 giugno. Della malattia contro cui ha combattuto il famoso giornalismo non ci sono altri dettagli. Nonostante tutto, non aveva smesso di seguire i più importanti casi di cronaca e di partecipare ad importanti trasmissioni come Quarto Grado, di cui era ospite fisso, commentando i fatti più importanti della cronaca italiana. A causa della malattia, era stato ricoverato in ospedale.
Giangiavino Sulas e la lotta silenziosa contro il tumore
Cronista vero, con uno spirito d’osservazione fuori dal comune, gentile ed elegante, Giangavino Sulas ha scritto pagine importanti del giornalismo italiano. La sua è stata una vera devozione al lavoro, al punto da non averci rinunciato neanche con la malattia. Nonostante il ricovero in ospedale, infatti, non ha rinunciato a partecipare a Quarto grado, di cui è stato ospite fisso fino all’ultimo. Contro la malattia ha combattuto in silenzio e quel silenzio è lo stesso della moglie e dei figli Roberta e Marco. L’ultimo saluto al giornalista si terrà lunedì 28 giugno, alle 15, nella chiesa di Sant’Alessandro della Croce in via Pignolo, a Bergamo, come fa sapere “Il Corriere della Sera”.