Arriva un colpo di scena inaspettato nella morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia toscana rimasta uccisa dall’orditoio mentre lavorava lo scorso 3 maggio. Stando a quanto reso noto dal quotidiano Repubblica, sarebbero intercorsi 4 secondi tra il drammatico incidente e l’arresto manuale del macchinario. A spegnerlo sarebbe stato probabilmente qualcuno che si trovava vicino alla giovane madre ma che finora non ha raccontato nulla sulla tragedia. E’ quanto emerso dalla ‘scatola nera’ della macchina i cui codici sono appena giunti sul tavolo della procura di Prato dalla Germania. Sono i codici decifrati dalla Karl Meyer, la casa costruttrice dell’orditoio e relativi alla memoria interna del macchinario, prelevati dai tecnici del dipartimento di prevenzione dell’ Asl durante la perizia disposta dalla procura per fare luce sulla morte di Luana.
Adesso, stando a quanto reso noto dal consulente della famiglia D’Orazio, proprio quei codici aprirebbero un nuovo inquietante scenario: “Il macchinario girava non in funzione manuale ma in automatico in quel momento. E da quanto abbiamo appreso, i codici sugli ultimi movimenti del macchinario raccontano che dal momento in cui si è registrata l’ anomalia, un rallentamento dei giri, quindi l’ incidente di Luana, sono passati 4 secondi prima dell’arresto manuale”.
MORTE LUANA D’ORAZIO: COLPO DI SCENA
Quanto emerso dai codici del macchinario killer che ha stritolato la giovane Luana D’Orazio avrebbe portato ad una ipotesi choc: “qualcuno era lì vicino”, spiega il consulente della famiglia della vittima. “C’era forse un operaio o un’ operaia e noi vorremmo saperlo. Sono passati quasi tre mesi”, ha proseguito. Per il momento però tale versione non troverebbe alcuna conferma ufficiale tra gli inquirenti e nel consulente della procura che dovrà depositare una consulenza ufficiale entro metà del prossimo mese. I primi riscontri del tecnico incaricato dal pm hanno evidenziato che ci fu una doppia manomissione all’orditoio killer: la realizzazione di un bypass elettrico che permetteva alla macchina di girare ad alta velocità con il cancello di protezione alzato e al pulsante di avvio che permetteva di mettere in moto l’orditoio anche in assenza del dispositivo di sicurezza abbassato. Intanto la madre di Luana, Emma Marrazzo, sempre a Repubblica ha destinato un suo sfogo: “Mi aspetto la verità anche dai suoi colleghi, basta con questa omertà”. Come Luana sia stata risucchiata e straziata resta dunque ancora tutto da chiarire.