Robert Smith ha curato il remix di “How not to drown“, il singolo della band scozzese dei Chvrches con cui ha collaborato di recente. La nuova versione del brano è stata pubblicata venerdì 25 giugno, si presenta più carica di riverbero e dura ben sette minuti. E’ stata Lauren Mayberry (leader dei Chvrches) a spiegare, in occasione dell’uscita della canzone originale, il suo significato: guidato dal suono del pianoforte, il testo racconta di quanto sia importante essere coscienti anche se si sta affondando.
“Tutti i testi sono sempre molto personali”, queste sono state le parole della cantante in merito a How not to drown e al loro quarto disco in arrivo il 27 agosto (Screen Violence), quasi interamente registrato da remoto. Hanno avuto, inoltre, l’occasione di rendere tutto più speciale collaborando proprio con Robert Smith dei Cure, che torna così a pubblicare nuova musica dopo aver rivelato delle novità con la band e il desiderio di voler registrare qualcosa da solista: “Voglio fare un’ora di musica noise. Il gruppo ha detto di no ma io mi sono molto divertito a farlo”.
Il prossimo sarà l’ultimo album dei Cure?
Recentemente Robert Smith ha affermato di essere al lavoro sul prossimo album del suo gruppo, che ha definito come “molto emozionante, metterà insieme dieci anni di vita distillati in un paio d’ore di musica molto intensa”. Intervistato dal Sunday Times, il fondatore dei Cure ha anche fatto capire che potrebbe trattarsi del loro ultimo progetto discografico insieme: “Non posso pensare che faremo qualcos’altro. Sicuramente io non posso farlo di nuovo”.
L’ultimo album della band è “4:13 Dream“, uscito nel 2008 è il tredicesimo della loro carriera. Con questo si sono stilisticamente e definitivamente staccati dalle tastiere grazie al ritorno in formazione di Porl Thompson, cognato di Smith, da lui considerato in grado di sopperire con le sue abilità chitarristiche. Questi lunghi anni trascorsi in attesa di un ritorno sarebbero dovuti anche alla fatica di Robert Smith nella fase di scrittura dei testi: “Abbiamo registrato una ventina di canzoni e io non ho scritto nulla. Cioè, ho scritto molto, ma alla fine rileggevo e pensavo ‘Questa è spazzatura‘. Riascoltando ho pensato che questa fosse la migliore musica che questa band abbia mai fatto, i miei testi però raccontano stupidate“.