Lunga e bella chiacchierata del grandissimo attore comico Massimo Boldi, con il quotidiano Libero. “Sto lavorando al prossimo film – esordisce il quasi 76enne di Luino – ma ora è diventato complicato produrre e distribuire, fra cinema e televisione, chiedono tutti garanzie anche quando è un progetto di Massimo Boldi. Si spera in Dio, vediamo come andrà a finire”. Il mondo del cinema sta attraversando una crisi come non mai a causa della pandemia di covid: “Si soffre, altrochè. Soffre tutto quello che è intrattenimento: non sol il cinema, pure i giostrai o i funamboli del circo sono in crisi. La televisione, quella no. E menomale. Per la mia casa di produzione Marifilm è stata una batosta”.
La pandemia è stata comunque occasione per riproporre in tv alcuni degli storici film di Boldi: “Durante la pandemia hanno riproposto molti dei miei quasi 70 film. Ho avuto un riscontro molto positivo, i vecchi fan si sono divertiti, le nuove generazioni hanno conosciuto un comico nuovo che li fa molto ridere, mi ha fatto molto piacere. Mi piace pensare che con il mio lavoro sono riuscito a dare al popolo chiuso in casa momenti di serenità e un sorriso. I miei film sono veramente comici, chi incontro per strada sa le battute a memoria, e sono passati trent’anni o anche di più”. Spesso e volentieri Boldi è ‘accusato’ di aver fatto film di basso livello, ma lo stesso sembra giustamente infischiarsene: “Me ne frego, perchè il pubblico ti ama così, ti vuole bene, ed è soddisfatto quando esce dal cinema. E in tv fa salire lo share”.
MASSIMO BOLDI: “SONO IPOCONDRIACO”
Boldi, parlando più del suo lato intimo, racconta di essere ipocondriaco: “Sono superstizioso e ipocondriaco, malattie e malanni, anche comuni e innocui, mi spaventano: chiamo subito il mio medico di fiducia, anzi i miei medici di fiducia. Tra una balla e l’altra mi sono creato uno squadrone di dottori e professori che mi seguono, ciascuno nel suo ambito”. Ma il covid non l’ha spaventato: “Ero preoccupato solo per i miei figli e i miei nipoti, per il loro futuro, questo sì. Tutta questa faccenda è strana, perchè è successa di punto in bianco e in un momento storico in cui la tecnologia la fa da padrona. Non sono un negazionista – prosegue – l’ho detto e stradetto, ci mancherebbe. Sono anche vaccinato”. Si torna a parlare del mondo dello spettacolo, che negli ultimi 40 anni è profondamente mutato e che oggi vede fra i protagonisti numerose giovani star del web: “Basta Instagram per avere successo? Bisogna cercare di ragionarci con calma su questo argomento qui. Veda i miei social network, non ho milioni di follower, ma sono persone che si sono affezionate per davvero a me. Due, tre, quattro milioni di follower sono ipotetici, li vorrei contare a uno a uno, chiedere loro se amano davvero chi seguono. Ormai è la fiera dell’Est, dove si crede a quello che dice un imbonitore e fa tendenza”. Quindi Boldi racconta un aneddoto: “Qualche sera fa ero a Roma, in un locale a ponte Milvio, per un compleanno, e tra gli invitati c’erano tanti ragazzi giovani e influencer. Quando sono entrato nel ristorante ho notato che è calato un silenzio quasi tombale. Dopo mangiato quasi tutti sono venuti a ringraziarmi per la mia carriera, mi dicevano di essere cresciuti con i miei film. Certi tremavano, come fossi un santo. Questo è un segno di come siano agli inizi, stanno trovando il loro modo di essere popolari e simpatici con il pubblico. Ne prenderei qualcuno in un film? Quasi nessuno, magari uno o una, ma mi baso più spesso sul nome, sulla carriera, su questo tipo di garanzie per scegliere”. Oggi, ancora più di ieri, la fama è precaria: “Sparisce di sicuro, se costruita così. E infatti sono quindici anni che si fanno i talent, e chi è rimasto si conta sulle dita di una mano. Mi chiedono spesso come si diventa famosi, anche per strada o sui social. Consiglio di essere originali. Bisogna essere un pezzo unico per poter durare. Tu sei tu, e nessuno è come te. Scimmiottare non è arte”.
MASSIMO BOLDI: “CIPOLLINO NACQUE COSI’…”
L’attore 76enne ha quindi parlato di uno dei suoi storici personaggi, Cipollino: “L’invenzione la devo a un lampo di genio di Teo Teocoli: da quando mi chiamò così ad Antenna 3, mi sono divertito come un matto a inventare a questo personaggio battute, scenette e gag. Ma io sono nato così, facevo ridere gli amici dell’asilo e poi ho avuto anche qualche colpo di fortuna, ma di sicuro ho lavorato molto. Certo, non avrei mai pensato di diventare un comico popolare, non era previsto”. Oggi Boldi sorride ma nella sua vita ha vissuto momenti di grande tristezza: “Ho avuto dei periodi di down abbastanza importanti, ma è stata una fase della vita. Della seconda, per la precisione, quella che è iniziata con la morte di mio padre quando avevo 19 anni e si è conclusa con l’addio alla mia metà, Marisa, nel 2004, quando lei aveva 47 anni e io 59″. Su Berlusconi: “Sono cresciuto effettivamente con il Cavalier Berlusconi. Ho seguito il suo modo di fare televisione, tanto è vero che tre o quattro anni fa durante una riunione con gli artisti e dirigenti sono stato citato come una colonna portante di Mediaset. Berlusconi me lo presentò nel 1978 Bettino Craxi. Craxi era un appassionato di canzoni milanesi, veniva spesso al Derby club, che nessuno ricorda davvero cosa fu: era una cantina dove si faceva cabaret, ma anche il luogo di eccellenza di una Milano dove stava nascendo la comicità. Anche Beppe Grillo mosse i primi passi alla Bullona e in altri locali, a quei tempi”. Ma Boldi ci tiene a precisare: “La mia comicità non ha colore politico, quelle che lo hanno non mi fanno ridere. Non ho mai utilizzato la politica per un monologo, ma sempre il mio estro, il mio modo di improvvisare i personaggi”. Anche se una volta anche lui ha tentato la politica: “Nel 1992 fui chiamato da Craxi per arginare la Lega e ho fatto la campagna fra Lecco, Como, Sondrio e Varese: fui il primo dei non eletti. Ho tentato di entrare in politica ed è crollato tutto”. La chiusura è per il nuovo progetto in cantiere: “Con i film ho ancora parecchio da fare, sto lavorando a una delle pellicole più comiche che io abbia mai fatto, una storia scritta da Neri Parenti e Gianluca Bomprezzi, un film che si avvicina a “Miseria e nobiltà” con Totò, prodotto da Marifilm per Medusa. La punta di diamante della carriera deve ancora venire”.