Elvira Serafini, segretaria generale SNALS, è intervenuta nella mattinata di oggi, lunedì 28 giugno 2021, ai microfoni di “Coffee Break”, programma di La 7, durante il quale ha commentato la situazione connessa alla pandemia di Coronavirus e al ritorno sui banchi a settembre. In particolare, preoccupa la questione varianti e il rischio di un boom di contagi connesso alla variante Delta, ma soprattutto c’è amarezza: “La riapertura non avverrà in sicurezza, in quanto si doveva fare tanto ed è stato fatto invece molto poco. Siamo preoccupati, in pochi mesi non abbiamo visto grossi cambiamenti e si ripartirà più o meno nelle stesse condizioni”.
La differenza sostanziale risiederà nel fatto che è in costante aumento la percentuale di vaccinati, per cui c’è una trasmissione minore del virus. Un aspetto che in parte tranquillizza Elvira Serafini, la quale rimarca però come provvedimenti seri per quanto concerne l’apertura dell’anno scolastico 2021/2022 ormai alle porte non si siano visti.
ELVIRA SERAFINI: “CI AUGURIAMO INNOVAZIONI, MA…”
Elvira Serafini a “Coffee Break” ha poi dichiarato che Snals è fortemente interessato alla soluzione dei problemi del Sud, che è in sofferenza, ma senza trascurare il Nord. “È nostra convinzione che l’attenzione vada posta a 360 gradi. La pandemia ha fatto diventare enormi i problemi che già c’erano e dobbiamo cercare di essere presenti e fronteggiare tutte le situazioni dal profondo Sud all’estremo Nord”.
Tutto il mondo dell’istruzione, ha concluso Serafini, si augura una scuola ricca di innovazioni, di adeguamento ai tempi, anche se, purtroppo, i segnali sono di un rallentamento di questi progetti. “Ovviamente speriamo ci sia un adeguamento alla tempistica imposta dal mondo sociale e del mondo lavorativo nel rispetto delle regole, delle assunzioni per graduatorie e per concorsi. Abbiamo una scuola che è obsoleta rispetto a quanto chiede il mondo esterno, come ad esempio gli inserimenti nel mondo lavorativo. Inoltre, ci sono stati solo tagli e si è registrato un rallentamento del processo di assunzioni”. Insomma, tutto è ancora molto fumoso, rallentato: c’è soltanto un gran dire accanto alla lentezza del fare.