La risposta di Beppe Grillo a Giuseppe Conte è arrivata e per chi pensava ancora in qualche flebile possibilità di riconciliazione in casa M5s, il post apparso poco prima delle 18 di lunedì 29 giugno sul blog di Grillo si prefigura come pietra tombale alla leadership del M5s dell’ex Premier. «Conte non può risolvere problemi, no a partito unipersonale. Chiedo consultazione su Rousseau per l’elezione del comitato direttivo», spiega il fondatore del M5s che in rapida serie annulla di fatto tutti gli ultimi mesi di trattative con Giuseppe Conte, riportando in auge addirittura Davide Casaleggio per un voto improvviso sulla piattaforma per quella dirigenza pre-ordinata a fine 2020.
Come se non fosse mai avvenuto nulla, come se per l’appunto la “bozza di statuto” di Conte non fosse mai arrivata: è durissimo il messaggio di Grillo che evidentemente non ha gradito affatto le condizioni poste dall’ex Premier. «Conte non potrà risolvere i problemi del M5S perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazioni. Io questo l’ho capito e spero possiate capirlo anche voi», scrive ancora l’Elevato, spiegando come il problema non deve essere il consenso elettorale ma i problemi politici («idee, progetti, visione») e organizzativi («merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente»).
Grillo scrive di non poter lasciare il M5s in mano a Conte, un Movimento «nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco». Niente capo unico politico, niente leadership per un nuovo M5s, Grillo ribalta praticamente tutto: «Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato». Infine, l’annuncio forse più importante: «Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050».
Ho un messaggio importante per tutti voi. https://t.co/bjUWSU0EwM
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) June 29, 2021
IN GIORNATA ATTESA LA RISPOSTA DI GRILLO
I bene informati danno come molto scarse le possibilità che il progetto del “nuovo” M5s lanciato ieri da Giuseppe Conte possa effettivamente partire: l’ultimatum dato in pratica ieri a Beppe Grillo nella conferenza stampa-fiume alla Camera di Commercio di Roma non pare sia particolarmente stato gradito dall’Elevato che prima annunciava tramite “rumors” una possibile video replica già ieri sera (dovrebbe invece arrivare oggi in giornata, ndr), poi tenendo tutti sulle spine non pubblicava nulla sul suo Blog, dando l’impressione di voler attendere ancora una attimo per capire se margini di riconciliazione potessero esserci.
«No alla diarchia con Grillo, decida lui se essere padre padrone o padre generoso. Io non faccio il prestanome di un leader ombra» e poi ancora, «Sono emerse diversità di vedute su aspetti fondamentali. Senza forti cambiamenti si rischia il declino. Domani mie condizioni a Grillo e Crimi»: queste le parti più dure del discorso di Giuseppe Conte che non sono affatto piaciute a chi vuole rimanere il Garante del M5s e non accetta che un non iscritto possa in pratica dettargli le condizioni per “sfilargli” la creatura politica. Quello di Conte è infatti sembrato un discorso programmatico più per un “nuovo partito” che non per un restyling del “vecchio” M5s, come del resto ammesso dallo stesso ex Premier, «non mi presto a operazioni di facciata».
DIVORZIO GRILLO-CONTE? ORA COSA SUCCEDE
E ora dunque cosa succede in casa 5Stelle? Le nubi sono sempre più nere all’orizzonte, anche se oltre al “bastone” Conte ha usato anche ieri la “carota” della promessa di permanenza di un Garante interno al Movimento che possa anche “sfiduciare” il capo politico invocando un voto su piattaforma online. Questo però può avvenire solo dopo aver chiarito che il leader deve essere uno e uno solo, non “zavorrato” da un Garante-leader nell’ombra. Stando ai rumors emersi su Dagospia e altri quotidiani stamane, il “pensiero” di Grillo rivolto ad un conoscente intimo prelude ad una replica tutt’altro che positiva, attesa in giornata. «Ho ascoltato le dichiarazioni di un arrogante, il discorso di una persona che non è duttile e proprio per la sua mancanza di duttilità Conte ha perso il governo, quando pensava di uscire vittorioso reclutando al Senato i famosi responsabili», avrebbe detto il fondatore M5s, aggiungendo che Conte «È un uomo in balia del Travaglio-pensiero. Preferisce un ideologo come Travaglio a un visionario». Dopo Casalino anche il direttore del Fatto Quotidiano viene di fatto “scaricato” dall’ex leader di riferimento visto il loro schierarsi apertamente con il “nuovo” che avanza. Secondo altre fonti M5s riportate dal Corriere della Sera, Grillo non ha affatto gradito l’aut aut posto da Conte, definito «esagerato» e ancora «arrogante». Al momento il “destino” dello statuto proposto da Conte è nelle mani di Vito Crimi, che, stante l’articolo 6, comma C del vecchio statuto ancora in uso, in qualità di membro anziano del Comitato di garanzia ha il potere di convocare l’assemblea per varare le nuove regole. Margine di pace v’è ancora, fanno filtrare tutti i big del Movimento, ma occorre capire se alla fine Beppe per “amore” del suo M5s possa accettare un ridimensionamento del suo ruolo o se invece arriverà al muro contro muro portando all’inevitabile divorzio con l’ex Premier e avvocato.