Gli Stati Uniti stanno per abbandonare definitivamente l’Afghanistan dopo esattamente 20 anni. Le truppe Usa sbarcarono infatti in Medio Oriente subito dopo i fatti dell’11 settembre 2001, l’attentato alle Torri Gemelle, e sarà proprio l’11 settembre la data limite per il ritiro delle truppe. Una smobilitazione che sta mettendo in agitazione la comunità internazionale, in quanto sono molti coloro che temono una guerra civile in Afghanistan: senza più nessuno che in qualche modo li controlli c’è il rischio che la violenza prenda il sopravvento, fra talebani e Al Qaeda.
Ad ammetterlo è stato il generale Austin Miller: “La guerra civile è certamente una via che può essere visualizzata se prosegue sulla traiettoria in cui si trova – le parole riportate da numerosi media a cominciare dall’agenzia LaPresse – questa dovrebbe essere una preoccupazione per il mondo”, minacciando tra l’altro dei raid aerei se i talebani non dovessero fermare l’offensiva attraverso cui si sono riappropriati di almeno un centinaio di siti in precedenza “puliti”. Sta quindi per aprirsi una fase con molti interrogativi in Afghanistan e stando ad Abubakar Siddique, corrispondente di Radio Free Europe/Radio Liberty, nonché esperto di terrorismo, sicurezza e questioni umanitarie in Pakistan e in Afghanistan: «Questo ritiro storico presenta alcune criticità che non potranno essere ignorate», le sue parole riportate da Linkiesta.com durante un webinar organizzato da Euro-Gulf Information Centre.
GUERRA CIVILE IN AFGHANISTAN? SIDDIQUE: “SI PUÒ DEGENERE IN UN’ULTERIORE GUERRA FRATRICIDA”
E anche Siddique la pensa come il generale Miller: «Si corre il rischio di degenerare in un’ulteriore guerra fratricida difficile da fermare una volta iniziata. Se la comunità internazionale non riesce a portare la pace in Afghanistan attraverso la riconciliazione tra gli afghani, un patto regionale, o una combinazione delle due cose, allora il Paese potrebbe tornare alle condizioni degli anni Novanta, quando era uno Stato collassato pericoloso per la sicurezza internazionale. Spero che la storia non si ripeta». Tutto il mondo, ed in particolare l’Unione Europea, sta a guardare con il fiato sospeso: una nuova guerra civile potrebbe significare morte, distruzione, vittime innocenti e migranti.