Dibattito ad Accordi e disaccordi sul caos nel M5s, Marco Travaglio e Andrea Scanzi contro Beppe Grillo. Il direttore de Il Fatto Quotidiano ha esordito così: «Sono poco interessato sui dettagli dell’uno o dell’altro, c’è un modo semplice per fare chiarezza: Grillo autorizzi Conte a pubblicare gli scambi di e-mail sullo Statuto, così scopriremo che voleva una diarchia e un ruolo del garante con più poteri di quelli che ha adesso e di quelli che avrebbe avuto il leader».
«Grillo ha chiesto di controllare la comunicazione, le assunzioni nella nuova segretarie, i due vice del nuovo leader e il responsabile della politica estera», ha spiegato Travaglio, un discorso condiviso da Scanzi: «Siamo di fronte a uno spettacolo deprimente, ad uno scenario a cui non avrei mai creduto: Conte lo aveva messo Grillo a capo del M5s,è uno scenario mistico ed esoterico. Secondo me, Grillo aveva scelto Conte per scegliere la persona più popolare che facesse un maquillage. Non puoi chiedere a Conte di essere un prestanome popolarissimo di Grillo».
CAOS M5S, TRAVAGLIO: “GRILLO S’É DATO DI NUOVO DEL COGLIONE”
Andrea Scanzi ha aggiunto sul garante M5s: «Ho amato Grillo enormemente come artista, è stato straordinario per tante cose, ma da qualche mese non mi sembra una persona lucida. La mia sensazione è che sia in una fase autodistruttiva devastante. Conte o va da solo o Grillo gli dà tutto il M5s, ma la seconda opzione mi sembra difficilmente praticabile. Ho la sensazione che nei prossimi giorni avremo il partito o la lista di Conte, ma la colpa è tutta di Grillo». Marco Travaglio ha poi attaccato frontalmente il comico genovese: «Si è dato un’altra volta del coglione. Avendone il sospetto, l’altro giorno aveva tenuto a precisare di non esserlo. Ma hai mai visto un coglione dire a tutti che non lo è?». Andrea Scanzi sulla stessa linea d’onda: «La conferenza di Conte arriva tre giorni dopo la presa in giro di Grillo nel confronto con i parlamentari. Grillo finge di non sapere che Conte non chiude nonostante tutte le badilate di sterco. Se Grillo fosse stato intelligente e avesse avuto a cuore il M5s, avrebbe fatto il padre generoso e non il padre padrone. Sa bene che se si va a votare, stravince Conte, per una questione di ego non ci andrà mai. E nel frattempo il M5s è morto».