Un documento da non perdere, un importante contributo, una ricerca condotta con grande maestria, un personaggio unico nel panorama artistico ed umano italiano.
Lungi da me la tentazione di spoilerare cosa troverete in questo film documentario – lo dico subito – assolutamente da vedere. Non solo per i fan del grande cantautore bolognese, ma per tutti coloro che vogliano immergersi in un decennio di musica, poesia, politica, cronaca; insomma attraverso gli occhi di un grande artista e di due testimoni d’eccezione, uno spaccato della realtà italiana forse troppo in fretta dimenticato. Niente spoiler dunque, semmai un breve assaggio in questo trailer.
Come lo stesso regista Pietro Marcello afferma, Per Lucio è una maniera di raccontare un’Italia che si trasforma attraverso gli occhi, le parole e le canzoni di Dalla. E una serie di materiali di repertorio – molti dei quali inediti – che fanno aprire gli occhi di stupore pensando a quanto lavoro di ricerca e selezione ci debba essere stato. Non sembri ridondante o peregrino citare le numerose fonti consultate per i materiali d’archivio: Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico e Fondazione CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa (Ivrea).
Dall’immediato dopoguerra alla caduta del muro di Berlino le immagini punteggiano, o meglio, si intrecciano in un filone narrativo unico con le canzoni (alcune delle quali piuttosto sconosciute) dei primi album di Dalla. E da qui emerge anche la fondamentale collaborazione con il grande poeta ed intellettuale bolognese Roberto Roversi, autore di numerose liriche delle canzoni di Dalla prima che cominciasse ad occuparsi da solo dei testi, oltre che delle musiche.
Ma accennavamo all’inizio a due importantissime figure narranti: sono quelle di Tobia (all’anagrafe Umberto Righi), manager storico del cantautore fin dai primi passi nel mercato musicale e di Stefano Bonaga, filosofo ed intellettuale oltre che amico d’infanzia – e di sempre – di Dalla. In un racconto vivace ed appassionante, fra una visita al cimitero e un piatto di tagliatelle, emergono le caratteristiche personali di uno spirito libero, di un artista che ha sempre voluto portare avanti quello che aveva in mente, anche andando incontro a clamorosi insuccessi, un personaggio multiforme e sfaccettato, nella vita come nella musica.
Mi scuso: non si può andare avanti molto a raccontare, è un film che occorre vedere per rendersi conto di un tempo molto diverso da quello attuale – sotto molti punti di vista – in cui le personalità sensibili come Dalla, Roversi ed anche Bonaga individuarono subito luci ed ombre, aspetti contrastanti ed un cambiamento dal quale non si sarebbe tornati.
Sempre senza anticipare niente – meglio che resti la sorpresa quando vedrete aspetti, apparizioni televisive ed ascolterete canzoni di un Dalla sconosciuto ed interessantissimo – solo tre veloci flash, tre lame di significato che mi hanno più colpito nel ricchissimo caleidoscopio di questo film.
Bonaga ad un certo punto mette in luce un aspetto di Dalla assolutamente fondamentale: dava attenzione a tutte le anomalie del mondo, in un amore per la vita a 360 gradi, accompagnato dalla grande capacità di restituire tutto questo a chi ascoltava le sue canzoni.
L’intervistatore chiede poi a Tobia, ‘cosa ti manca di Lucio?’. Tutto, anche le cose che non ti aspettavi – perché era un soggetto in continuo movimento, perennemente sorprendente -. E aggiunge Tobia: “sicuramente da Lucio ho ottenuto più di quello che meritavo”.
Ed infine una sorprendente – ma non troppo – dichiarazione di Dalla a chi gli chiedeva ‘a cosa crede’ – cito a memoria -: “credo tantissimo nell’uomo e nella possibilità di riscattarsi nell’amore assoluto. Sono cristiano e credo in Dio, e proprio per questo non canterei mai un mondo senza inquietudini.”
Sul website di Nexo Digital Vision trovate altre indicazioni, ma soprattutto la lista dei cinema dove andare a vederlo il 5, 6 e 7 luglio.
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