Silvio Berlusconi, leader politico di Forza Italia ed ex presidente del Consiglio, si è reso protagonista di una lunga chiacchierata con “Fortune”, che sarà pubblicata sul prossimo numero in edicola. Nel frattempo, “Il Giornale” ha pubblicato alcune anticipazioni dei passaggi più salienti del discorso del Cavaliere. Partendo dalla situazione attuale della politica italiana e, in particolare, del Centrodestra, Berlusconi ha sottolineato come il dualismo esistente tra Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) non va interpretata come un qualcosa di negativo, anzi: “Serve a far crescere il fatturato politico, cioè i voti, ma anche a migliorare la qualità dell’offerta politica. Però la concorrenza non dev’essere eccessiva e non deve far perdere di vista che il popolo del centro-destra ci chiede di essere uniti”.
Il sogno dell’ex premier è quello di realizzare un partito unico (e unito) di Centrodestra, sul modello di quello conservatore nel Regno Unito: è lui stesso a definirlo il suo obiettivo finale, rivelando di pensarvi fin dal 1994 e che oggi può finalmente trovare compimento, dal momento che “la pandemia ha cambiato molte cose ed è necessario che la rappresentanza politica si adegui. Noi possiamo farlo riorganizzando la nostra metà campo in termini europei e occidentali”. Affinché questo avvenga, tuttavia, occorre che nel Centrodestra vi sia una forte anima “liberale, cristiana, europeista, garantista”.
SILVIO BERLUSCONI: “IO AL QUIRINALE? MATTARELLA PERFETTO”
In merito alla sua possibile candidatura al Quirinale, per rivestire l’incarico di Capo dello Stato, Silvio Berlusconi non si sbilancia, ma spende parole di profonda stima verso l’attuale presidente della Repubblica, il quale “incarna al meglio il ruolo di autorevole garante delle istituzioni democratiche che gli assegna la Costituzione. Lo fa con la sapienza del giurista e la sensibilità dell’uomo delle istituzioni”.
Dopo la benedizione nei confronti di Mattarella, arriva anche quella per Mario Draghi, attuale presidente del Consiglio, in quanto, a detta del Cavaliere, l’Italia ha bisogno di competenze al massimo livello e il presidente Draghi, per il suo stesso curriculum, “dà le massime garanzie di autorevolezza. Non a caso, del resto, sono stato proprio io, da presidente del Consiglio, a volerlo alla guida di Bankitalia e poi a imporlo in Europa alla guida della Bce”. Infine, un bilancio sulla sua carriera, all’insegna del “nessun rimpianto, nessun rimorso”, come recitava una canzone famosa non troppi anni fa: “Mio padre mi ha insegnato a pensare alla vittoria della prossima partita, non alla sconfitta rimediata nell’ultima”.