L’ISOPENSIONE EVITA NUOVI ESODATI
Tra le misure di riforma pensioni che sono state varate nell’ultima Legge di bilancio c’era anche la proroga dell’isopensione, che potrebbe essere ulteriormente rinnovata in modo da avere più strumenti per il pensionamento anticipato, meno costosi per lo Stato, alla scadenza di Quota 100. In una delle risposte pubblicate su L’esperto risponde, inserto del Sole 24 Ore, viene anche ricordato che “la liquidazione della pensione al termine del periodo di isopensione va effettuata sulla base della normativa in vigore alla data di decorrenza del trattamento pensionistico”. Questo vuol dire che “nel caso in cui intervengano modifiche normative che incrementano i requisiti per accedere alla pensione, l’erogazione dell’isopensione proseguirà per l’ulteriore necessario periodo, fermo restando il limite massimo di sette anni, a carico del datore di lavoro esodante, anche con l’eventuale rimodulazione dell’importo della garanzia fideiussoria”. Non dovrebbero insomma verificarsi nuovi casi di esodati con l’isopensione.
LE ALTERNATIVE ALLA RIFORMA FORNERO
Con la scadenza della riforma pensioni di Quota 100 a fine anno il Governo Draghi è chiamato nei prossimi mesi, parallelamente alla Manovra di Bilancio, a trovare una soluzione affinché l’unica vera alternativa alla legge in scadenza (e non prorogabile per scelta politica già annunciata dal Ministro Orlando) non rimanga una rimodulazione della Legge Fornero. Quota 41, Quota 102, contratto di espansione, Ape social: tante le possibili opzioni, con quella più “calda” che resta la Quota 41 con l’allargamento della platea di lavoratori precoci-usurati rispetto agli ultimi regolamenti passati. Il problema è sempre l’impatto sulla spesa pubblica e le casse Inps: per questo sono attesi i primi tavoli tra sindacati e Ministero del Lavoro per provare a cominciare un dialogo a lungo termine che eviti il “ritorno” della Fornero senza per questo andare in deficit ulteriormente con un’altra legge in “stile” Quota 100. (agg. di Niccolò Magnani)
LA GRECIA NUOVO PARADISO DEI PENSIONATI
Come riporta il sito del Giornale, “la Grecia è il nuovo paradiso fiscale per chi vuole godersi la pensione. Sulla falsariga del Portogallo che, per attirare chi possiede l’assegno vitalizio, ha approvato una legge a favore delle persone anziane, anche Atene e le isole greche hanno previsto interessanti incentivi”. Il quotidiano milanese spiega però che “mentre il Portogallo prevedeva tasse zero (adesso portate al 10%) per dieci anni per chi, titolare di una pensione, si trasferiva in terra lusitana, la Grecia ha tassato i vitalizi al 7%, sempre per dieci anni, attirando l’attenzione di migliaia di pensionati dai Paesi dell’Europa. Il target sono dunque gli over 60 che finora si erano rivolti al Portogallo o alle nazioni dell’est europeo per cercare condizioni fiscali più favorevoli, soprattutto tenendo in considerazione che la tassazione italiana sulle pensioni è tra le più alte in Europa: tra il 23% e il 43%, a seconda del reddito”. Probabile che ci siano diversi pensionati che si trasferiranno in Grecia, che è anche più vicina del Portogallo all’Italia.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIA
A Ferrara, come spiega La Nuova Ferrara, ieri c’è stata una raccolta firme da parte del movimento politico Grande Nord “per promuovere la petizione che chiede la detassazione totale delle pensioni erogate ai cittadini, la separazione nel bilancio dell’Inps delle entrate e delle spese relative alla parte previdenziale rispetto a quelle relative alla parte assistenziale e l’istituzione di casse pensioni macroregionali per garantire pensioni eque”. Di interventi ancora necessari di riforma pensioni si è parlato anche a Gorizia, dove la locale Anap, come spiega ilfriuli.it, ha premiato cinque artigiani. Il Presidente Alcide Bidut ha ricordato infatti il lavoro che a livello nazionale l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato continua a portare avanti per la difesa del potere d’acquisto delle pensioni, il miglioramento della sanità, l’invecchiamento attivo e altre questioni di ambito sociale. Una battaglia che ovviamente viene anche portata avanti a livello territoriale, declinata rispetto alle esigenze specifiche per alcuni servizi di welfare necessari ai pensionati.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIA
In un articolo pubblicato sul Sole 24 ore, Giovanni Tria ricorda che il “Parlamento sembra aver raggiunto un accordo di massima sulla legge delega per la riforma fiscale. Il punto più condiviso è quello che riguarda la necessità di ridurre la pressione fiscale diretta, cioè l’Irpef, sulle classi di reddito medio basse. Ma per ciò che riguarda la dimensione possibile di questa riduzione, un tema che sembra dimenticato nel dibattito è quello del possibile spostamento del prelievo dalle imposte dirette (Irpef) alle imposte indirette (Iva), cioè dai redditi dei fattori produttivi, che nel caso dell’Irpef sono sostanzialmente i redditi da lavoro, oltre che da pensioni, alla tassazione dei consumi. Il ministro Tremonti definiva questo spostamento ‘dalle persone alle cose'”.
LO SPOSTAMENTO FISCALE
Secondo l’ex ministro dell’Economia, si tratta di “una dimenticanza che è molto strana perché, in un periodo di europeismo condiviso, si elude proprio una raccomandazione tradizionale della Commissione europea. Una raccomandazione il cui fondamento sta nel fatto che questo spostamento del prelievo favorisce la crescita a parità di pressione fiscale complessiva. La ragione è che si ridurrebbe il cuneo fiscale, che entra nei costi di produzione, determinando un aumento delle remunerazioni al netto delle tasse. Ma questo spostamento di prelievo sarebbe anche utile alla crescita perché determina una ‘svalutazione fiscale’, poiché l’Iva non grava sulle esportazioni, mentre colpisce i consumi di beni e servizi importati in egual misura rispetto a quelli prodotti sul territorio nazionale. In tal modo si recupera competitività internazionale”.
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