«Dopo 30 anni del nulla della politica sulla riforma della giustizia, adesso tocca agli italiani. Processi veloci, certezza della pena, separazione delle carriere, chi sbaglia paga»: lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a Bari per promuovere il referendum per la riforma della giustizia. Stamane su “Libero” il leader della Lega ha discusso a lungo sul tema dei 6 Referendum presentati assieme ai Radicali, presentandoli come un possibile aiuto concreto alla riforma della Ministra Cartabia, tutt’altro che un “freno”.
«Per troppi anni il Parlamento non è stato in grado di riformare il settore, ora possono farlo direttamente i cittadini con una firma», spiega ancora Salvini nel colloquio con Pietro Senaldi, «aver radunato gente di tutte le età, estrazioni sociali e idee politiche, aver avviato un dibattito trasversale su un tema che riguarda tutti», questo può essere un aiuto significativo alla nuova stagione del Governo Draghi sulla giustizia. Di contro, la sinistra (Pd e M5s, mentre sono giù più pro-Referendum Italia Viva e qualche Dem-radicale come Giachetti) contesta lo schema del Centrodestra sulla giustizia, ma qui Salvini non risparmia la frecciatina, «troppo spesso i democratici hanno beneficiato della benevolenza di alcune correnti influenti della magistratura e sono sempre riusciti a evitare guai giudiziari».
COME CAMBIERÀ LA GIUSTIZIA SECONDO SALVINI
La raccolta firme è iniziata il 2 luglio scorso e punta alle 500mila per poter portare poi i cittadini alle urne su tutti e 6 i quesiti proposto da Lega e Radicali assieme: l’argomento, la mala-giustizia e i tempi infiniti dei processi, è scottante e interessa mezzo Paese, ma giornali e tv finora non hanno messo in risalto finora la raccolta firme presso i gazebo della Lega, pur con presenze anche a sorpresa come Luca Palamara, Simonetta Matone, Rita Dalla Chiesa e Gaia Tortora. «Quanti imprenditori o investitori stranieri rinunciano a scommettere sull’Italia per la paura di incappare nel giudice sbagliato? I referendum sono un mezzo per ripartire. Non se ne può più di innocenti in galera, attività paralizzate, persone ostaggio dei magistrati», spiega ancora Salvini a “Libero”. Dopo aver ribadito che il Governo rimane salvo grazie a Draghi e grazie alla Lega che «impedisce al Pd di approvare leggi come Ius Soli e aumento delle tasse», il segretario leghista non può non tornare sullo scandalo del pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: «Chi sbaglia paga, che sia in divisa o no. Nessuno però deve permettersi di infangare quarantamila guardie e le loro famiglie per l’errore di pochi. Quando ci fu la mattanza governavano i giallorossi, che hanno coperto la vicenda a lungo e oggi puntano l’indice su di me».