Renato Pozzetto è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Verità” per un’intervista a tutto tondo sulla sua carriera e sulla sua vita. Il “ragazzo di campagna”, divenuto popolare per alcune, iconiche battute (“Eh la Madonna”, “Taaac” e così via) ha rivelato che moltissimi fan ancora oggi gli domandano di ripeterle, ma lui personalmente gradisce di più chi lo ringrazia con sincerità per il divertimento che è riuscito a portare nelle abitazioni degli italiani con i suoi film. A proposito, quanti sono in totale? “Settanta? Così dicono. Secondo me sono 60, non li ho mai contati. Come il panettiere sforna un pane dietro l’altro, così io. Ciascuno fa il suo mestiere”.
Storico e imperituro il suo sodalizio personale, ancor prima che artistico, con Cochi: “Io e Cochi ci divertivamo parlandoci con quel linguaggio che abbiamo portato nelle nostre canzoni. Amici fin da quando eravamo bambini, ci siamo sempre definiti dei saltimbanchi”. Gli inizi furono complicati: Pozzetto studiava per diventare geometra, Cochi ragioniere, entrambi all’istituto Carlo Cattaneo. I soldi erano pochi, così cominciarono a frequentare a Milano “L’osteria dell’Oca d’oro”, luogo di ritrovo di pittori. “Con un litro di vino si stava fino a sera ad ascoltare canzoni e a far due chiacchiere – ha confessato Pozzetto –. Eravamo proprio dei ragazzi, che si divertivano con l’oste”.
RENATO POZZETTO: “DUE PERSONE TENTARONO DI IMBROGLIARMI”
Nel prosieguo della chiacchierata con i colleghi de “La Verità”, Renato Pozzetto ha spiegato che quell’osteria era frequentata da artisti del calibro di Piero Manzoni (l’autore della famosa “Merda d’artista”) e Lucio Fontana, con quest’ultimo che diceva sempre a Cochi e Renato: “Perché non andate a fare il Festival di Sanremo?”.
Nel corso della sua carriera, Pozzetto ha vinto due nastri d’argento, ma l’attore ha rivelato di non essere mai stato un collezionista e di non avere mai tenuto troppo ai premi, anche se la mancata vittoria del David di Donatello per “Lei mi parla ancora” gli ha lasciato un po’ di amaro in bocca: “Mi hanno convocato e me l’aspettavo, questo sì. Ma non sono deluso, non faccio i film per i riconoscimenti. Questo è il mio mestiere e non è facile farne tanti, di film: basta che ne vadano male due ed è finita”. Rimpianti e rimorsi? “Mah, ho sbagliato ad avere qualche amicizia, di gente che poi mi sono accorto che mi frequentava per fregarmi. Accattoni. Due in particolare. Sono morti entrambi. Non so se devo dire ‘purtroppo’”.