Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute del Governo Draghi, è intervenuto nella mattinata di oggi, martedì 6 luglio 2021, ai microfoni di “Omnibus”, trasmissione in onda su La 7. Immancabilmente, l’occasione si è rivelata propizia per effettuare una ricognizione sulla pandemia di Coronavirus in Italia e sull’andamento della campagna vaccinale, che purtroppo registra ancora un elevato numero di soggetti over 60 non vaccinati, che corrono un rischio per loro stessi e per la società. Secondo l’ex viceministro, a ottobre ci sarà “una recrudescenza della circolazione del virus e con essa, anche se non sarà paragonabile allo scorso anno, in ospedale andrà prevalentemente chi non si è vaccinato”.
L’obiettivo principale, dunque, sarà ora quello di convincere le persone che non si sono vaccinate a sottoporsi all’inoculazione della doppia dose, anche se, fortunatamente, Sileri ha sottolineato nel suo intervento che i 2 milioni e mezzo di 60enni prima esitanti si stanno adesso progressivamente avvicinando alla vaccinazione, in quanto si tratta prevalentemente di persone che non volevano correre il rischio di ricevere i sieri a vettore virale di AstraZeneca o Johnson & Johnson, sentendosi più sicuri con quelli a tecnologia a mRna.
PIERPAOLO SILERI: “MORIRE OGGI DI CORONAVIRUS È STUPIDO”
A “Omnibus” Pierpaolo Sileri ha voluto ribadire con forza un concetto chiave: “Oggi morire di Coronavirus, avendo un vaccino, è una stupidaggine. Con la vaccinazione le possibilità di morte sono vicinissime allo zero”. Il timore del sottosegretario alla Salute, però, è che dalla metà del mese di luglio il numero di persone che chiederà di vaccinarsi contro il virus subirà un livellamento verso il basso, a causa delle vacanze e della ritrosia di chi pensa che sia inutile vaccinarsi, se poi occorrerà fare una terza dose. In più, permane sullo sfondo il problema degli esitanti e dei no vax.
“Oggi – ha puntualizzato Sileri – si parla di una riduzione del 5% delle forniture di vaccinazioni tra giugno e luglio. Questo modestissimo calo sarà inferiore rispetto alla riduzione delle richieste di prime vaccinazioni. Tra una, due o tre settimane la richiesta dei cittadini calerà sostanzialmente”. Ecco perché serve ancora uno sforzo mediatico e di sensibilizzazione: ci stiamo avvicinando all’immunità generale, ma ancora il traguardo non si vede.