Giorgio Palù, virologo estremamente noto in tutto il mondo accademico, già docente presso l’Università di Padova e “adjunct professor” alla Temple University di Philadelphia, da circa otto mesi è anche presidente dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e sulle colonne de “Il Messaggero” ha fatto il punto della situazione sulla pandemia di Coronavirus e sulla campagna vaccinale. Innanzitutto, circa il rialzo dei contagi, il professore non si è detto preoccupato, in quanto si tratta di un dato recentissimo e bisognerà valutare se si tratti di un trend reale e, se tale, a carico di quali strati di popolazione, giovani o anziani, vaccinati o meno, e a quale sintomatologia sia associato.
“La campagna di vaccinazione – ha aggiunto l’esperto – ormai è già bene avviata. Il 61% dei cittadini ha fatto almeno una dose e il 36 anche la seconda. Siamo riusciti a garantire una copertura molto elevata (con le seconde dosi) alle fasce più fragili e agli ultraottantenni. Dobbiamo assolutamente puntare a vaccinare il più velocemente possibile la popolazione ancora scoperta, le fasce più giovani, talvolta le più reticenti, e gli oltre due milioni di over 60 non ancora vaccinati o esitanti, che sono i più a rischio”.
GIORGIO PALÙ: “VACCINI EFFICACI ANCHE CONTRO LE VARIANTI”
Intanto, Israele ha diffuso alcuni nuovi dati che parlano di una efficacia del 64% del vaccino Pfizer sulla variante Delta. Numeri che, su “Il Messaggero”, Palù ha giudicato positivi, dal momento che superano significativamente quella che è considerata, in termini di sanità pubblica, la soglia minima per ritenere efficace un vaccino. “È ancora più confortante il fatto che l’impatto del vaccino sia nettamente superiore sulle forme cliniche più gravi – ha aggiunto Giorgio Palù –. Nei Paesi ad alta diffusione di questa variante, come il Regno Unito, l’elevato tasso di vaccinazione ha reso le infezioni da variante Delta clinicamente gestibili, con basso tasso di ospedalizzazione”.
Tuttavia, diventa indispensabile, a detta del presidente di Aifa, intensificare la campagna vaccinale, il tracciamento e gli interventi non-farmacologici idonei a contenere i nuovi focolai d’infezione. Non bisogna dunque smettere di credere a questi potentissimi strumenti di prevenzione e, soprattutto, occorre cercare di comunicarlo “con un approccio di assoluta onestà intellettuale e trasparenza”. Per quanto riguarda l’estate, la situazione, a suo giudizio, è totalmente diversa a quella del 2020 per via della copertura vaccinale e delle terapie a disposizione, sviluppate nel frattempo, anche se nei locali al chiuso serve osservare scrupolosamente le misure anti-contagio. Inoltre, il green pass “è necessario per partecipare a manifestazioni sociali e agli eventi pubblici, spettacoli, mostre e per svolgere attività sportive e di gruppo”.
GIORGIO PALÙ: “GIUSTO VACCINARE GLI STUDENTI”
Sempre su “Il Messaggero”, Giorgio Palù ha spiegato che l’Aifa ha considerato positivo il rapporto beneficio/rischio della vaccinazione sugli adolescenti tra i 12 e i 15 anni, sottolineando altresì che la vaccinazione nei ragazzi in età scolare è importante “sia nell’ottica di protezione dei ragazzi stessi, più soggetti all’infezione da parte di varianti maggiormente contagiose come la Delta, sia in un’ottica di immunità di gregge. Più aumenta la copertura vaccinale in tutto il territorio e minore è la circolazione del virus”.
Sulla terza dose di siero anti-Covid, infine, Palù ha puntualizzato che i numerosissimi studi pubblicati sui dati di risposta anticorpale post-vaccinale dicono che essa persiste in genere per 6-9 mesi. Ad oggi, tuttavia, risulta prematuro dire quando effettivamente si avrà la necessità di una terza dose e con quale vaccino sarà più utile somministrarla: “Saranno gli studi di vaccinazione di massa a indicarcelo e saranno imprescindibili un attento monitoraggio delle varianti e un’accurata sorveglianza dell’efficacia nei loro confronti della risposta immunitaria”.