I referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali possono dare una spinta alla riforma di Marta Cartabia, non ha dubbi Carlo Nordio. L’ex magistrato, intervenuto ai microfoni di Italia Oggi, ha spiegato che questo Parlamento è «dominato da una maggioranza retriva e giacobina» e per questo motivo la riforma della giustizia da solo non lo farà mai. Nonostante qualche criticità, i sei quesiti possono essere di sostegno alla volontà riformatrice del governo Draghi.
Secondo Carlo Nordio, l’Italia è stanca e disgustata di una giustizia inefficiente e di alcuni settori della magistratura «che sembrano vivere in un mondo di arroganza autoreferenziale», rovinando così l’immagine della maggioranza dei colleghi che esercitano le funzioni con fatica, dignità e onore. L’ex procuratore aggiunto di Venezia ha evidenziato: «I referendum sono un forte sostegno. Si è capito benissimo che il premier Mario Draghi e la ministra Cartabia sono animati da una forte volontà riformatrice. Ma le riforme non le fanno loro, le fa il Parlamento […] La volontà popolare darà uno scossone a questa inerzia perniciosa».
CARLO NORDIO STRONCA LA LEGGE SEVERINO
Nel corso della lunga intervista, Carlo Nordio ha bacchettato Enrico Letta, che ha scelto di non aderire al referendum, e in più in generale il Partito Democratico, «da anni supinamente adesivo alla magistratura più aggressiva un po’ perché la teme, un po’ perché spera che lo liberi dagli avversari che non riesce a vincere con le elezioni». Già parecchio critico in passato, Carlo Nordio è tornato a stroncare la legge Severino: «La legge Severino è una deplorevole concessione fatta alla demagogia moralistica di quel momento storico, ed è doloroso che rechi il nome di una giurista precedentemente distintasi per il suo garantismo. Per di più è stata applicata in modo retroattivo, e questa è una bestemmia, perché anche se non è una sanzione penale è pur sempre di carattere afflittivo».