Da undici anni Alex Dandi è la voce italiana della UFC e gli appassionati di MMA lo conoscono anche come Caronte. Chi meglio di lui per presentare uno dei match più attesi degli ultimi anni? Il riferimento è ovviamente a Poirier – McGregor 3, appuntamento su Dazn per la main card e su UFC Fight Pass per seguire anche i match preliminari. La chiusura della trilogia Poirier – McGregor è un crocevia fondamentale per i due lottatori e fare un pronostico è pressoché impossibile. Una cosa è certa: lo spettacolo è assicurato.
Con Alex Dandi abbiamo anche parlato dei fighter italiani: da Marvin Vettori ad Alessio Di Chirico, passando per Alen Amedovski, atteso questa notte da una battaglia decisiva per il suo percorso in UFC. Non poteva mancare una battuta sullo sviluppo delle MMA in Italia e Alex Dandi non si è detto ottimista: «Fino a che non ci sarà un riconoscimento sportivo, in Italia sarà difficile. Con Vettori ci è andata bene, una combo di fattori, altrimenti sarebbe stato impossibile». Partiamo però da Poirier – McGregor 3…
Come arrivano Poirier e McGregor a questo match?
«Questo match va a chiudere una trilogia iniziata nel 2014. Arrivano in modo molto diverso rispetto al match di gennaio scorso, dove c’era grande spirito di collaborazione da post-pandemia e anche la voglia di fare beneficenza da parte di McGregor alla fondazione di Poirier. Sembrava che tutto andasse bene, si era visto anche un McGregor molto umile ma il clima ora è totalmente diverso, più vicino a quello del 2014. Anche se adesso i presupposti sono diversi: nel 2014 volevano emergere, McGregor era più emergente, mentre Poirier aveva avuto già la sua chance in un main event due anni prima (sconfitta contro Korean Zombie, ndr). Questa volta arrivano a questa sfida perché hanno avuto questa diatriba sulla beneficenza: Conor voleva versare questi soldi, Poirier ha una associazione un po’ amatoriale e non era in grado di rendicontare centesimo per centesimo. Conor ha fatto una donazione a un’altra associazione, ma loro si sono trovati a discutere dopo che Poirier ha reso pubblica questa problematica. McGregor, giustamente, sui social ha detto che non era così. Hanno fatto un po’ una figuraccia tutti e due, non si vogliono più tanto bene (ride, ndr). C’è chi dice che sia una cosa promozionale, ma credo di no».
Niente più baci e abbracci tra i due, quindi…
«Quando si sono affrontati nel 2014, Poirier soffriva molto McGregor, la promotion era innamorata di lui. Poirier si sentiva scavalcato dall’irlandese, ha patito molto il trash talking di Conor. Poi sono passati degli anni, oggi sono entrambi venerati, entrambi hanno fatto ottime cose e sono due grossi nomi: questa rivalità si è rinnovata, Poirier vorrebbe rubare un po’ della legacy di McGregor, un po’ come successo a Khabib. McGregor è riuscito a portare le MMA a un livello altissimo, ha reso lo sport popolare. Incontrare McGregor e mandarlo ko una seconda volta, significa entrare nella storia. È una sfida cruciale».
Chi vincerà andrà dunque per il titolo?
«Poirier ha già una title shot, ha rinunciato per due motivi: per soldi, perché un match con McGregor porta più denaro, e per visibilità, così da poter dire di aver battuto due volte Conor. In questo momento, o Dustin consolida il suo posto nella storia oppure c’è il rilancio di McGregor, che molti danno per improbabile».
In caso di sconfitta, cosa potrebbe esserci nel futuro di McGregor? Un match con Nate Diaz?
«Se perde, gli rimane da chiudere la trilogia con Nate Diaz. Da lì si vedrà, può anche darsi che gli offrano una cifra pazzesca per combattere contro lo youtuber Jake Paul o di nuovo contro Mayweather. È arrivato a un livello tale che può fare ciò che vuole, il problema economico lo ha risolto per le generazioni a venire, ma l’appetito vien mangiando».
In attesa del tuo classico appuntamento su Twitch (clicca qui), che sensazioni hai sull’esito della sfida?
«Nella maggior parte dei casi i numeri e le statistiche non sbagliano, ma in questo caso va tutto fuori dalla finestra: quando ci sono questi match molto sentiti anche a livello emotivo, le logiche possono cambiare. McGregor ha tutte le capacità di vincere il match velocemente, se il match va per le lunghe Poirier ha più possibilità. Conor penso possa farcela, anche se guardando i numeri Poirier è favorito. Il mondo delle MMA un po’ ci spera nella vittoria di McGregor, perché ha bisogno di un trascinatore come lui. Alla UFC farebbe gioco la rinascita di McGregor».
Telecronista UFC per Dazn ma anche manager. Questa notte combatterà Alen Amedovski, atteso da un match cruciale contro Hu Yaozong…
«Io ne parlo sempre poco perché non mi piace mescolare le cose. I precedenti due match UFC di Amedovski sono gli unici due match che non ho commentato in dieci anni: non riesco a commentare gli atleti di cui sono manager. Lui combatterà a mezzanotte e mezza di sabato, è il suo terzo match in UFC, gli altri due li ha persi e non era scontato che fosse ancora sotto contratto in UFC, perchè è uno sport molto spietato. Ora ha la sua terza opportunità, è ancora lì perché è arrivato in UFC da imbattuto, con un 8-0. L’UFC ha visto qualcosa in lui. Alen ha una sfida diversa da quella di Vettori (i due si sono anche allenati insieme, ndr). Il suo obiettivo a breve termine è vincere un match in UFC, è difficile capire da lì dove arriverà. Lui ha passato quattro anni di inattività, si è rotto qualsiasi cosa, si stava per ritirare. Poi abbiamo iniziato un percorso insieme, ha vinto due match in BELLATOR ed è arrivato in UFC. Adesso Alen ha avuto tre interventi chirurgici nell’ultimo anno e mezzo, l’ultimo match è del 2019. Per lui la vera vittoria è essere tornato ed essere nella card UFC 264. Quando siamo entrati in UFC, nel primo match affrontammo Jotko e ci credevamo tutti molto: c’è stato un momento in cui Alen poteva vincere, purtroppo però non è andata così. Se avesse vinto contro il numero 15 al mondo, sarebbe cambiato tutto, la sua carriera avrebbe preso un’altra direzione. Non è successo, ma Alen ha trovato le motivazioni per andare avanti ugualmente».
E anche Yaozong arriva da due sconfitte consecutive…
«Lui è un fighter molto particolare. La UFC punta molto sul mercato cinese e ha preso una serie di atleti con un contratto di sviluppo. Lui è entrato in UFC con un 3-0, un record con cui solitamente non si entra in UFC, è capitato solo con Jones. Yaozong si sta allenando da due anni negli Usa e potrebbe essere un avversario molto tosto, non è affatto un regalo (ride, ndr). Ogni match è una storia a sè».
Dopo la sconfitta di Adesanya, quale sarà il percorso di Vettori?
«Vettori tornerà a combattere per il titolo: non sarà una cosa immediata, ma ha 27 anni e in un paio d’anni può tornare a combattere per la cintura. Purtroppo, e mi spiace dirlo, credo che Adesanya in questo momento sia un avversario molto ostico per lui. Io ci credevo moltissimo, ero tra i pochi a dare Marvin vincente, ma mi sono reso conto che manca qualcosa e forse stilisticamente ci metterà un po’ a colmarlo. Ma dopo Adesanya, Vettori è il migliore al mondo: è superiore a Till, Costa… l’unico da valutare è Whittaker. E attenzione anche ad Alessio Di Chirico, che vale molto di più di quello che ci dicono i ranking».
Di Chirico combatterà a fine agosto, a UFC 192, contro il daghestano Aliaskhab Khizriev…
«In questo match potrebbe venire fuori il suo talento, l’ultimo incontro lo ha vinto per ko contro Joaquin Buckley. Lui è un grande talento, ha fatto delle scelte di vita diverse da quelle di Vettori: vive a Roma, ha un’attività, ha preso decisioni diverse, ma ripeto, è un grandissimo talento».
Massimo Balsamo (@massimo_balss)