Gianni Morandi e Raffaella Carrà condividevano le stesse origini, l’Emilia Romagna. L’amicizia tra l’eterno ragazzo della musica italiana e la regina della televisione si erano conosciuti da ragazzini condividendo il sogno artistico che, entrambi, poi con tanto studio e lavoro sono riusciti a realizzare. Nel corso degli anni, non si sono mai persi di vista alimentando quel legame e quell’affetto che, con il tempo, si sono rafforzati sempre di più. La notizia della morte di Raffaella Carrà è arrivata come un fulmine a ciel sereno per Gianni Morandi che aveva sentito Raffaella Carrà lo scorso aprile quando lei gli aveva telefonato per chiedersi notizie sulla sua salute dopo l’incidente che gli aveva procurato delle ustioni alla mano. Un rapporto unico che, oggi, Gianni Morandi ha voluto celebrare con una lunga e struggente lettera pubblicata sui suoi profili social e che ha emozionato tutti i suoi fan.
La lettera di Gianni Morandi a Raffaella Carrà
“Cara Raffaella, lunedì pomeriggio, quando è arrivata quella notizia bruttissima e inaspettata, una ondata di dolore e commozione ha attraversato tutta l’Italia e tante altre parti del mondo”: inizia così il ricordo di Raffaella Carrà che Gianni Morandi ha affidato ad una lettera scritta dopo alcuni giorni dalla scomparsa della grande Raffaella. “Ricordo la nostra adolescenza a Bellaria, nei primissimi anni ‘60, d’estate, quando io cantavo al caffè concerto “Nuovo fiore”, in piazza Matteotti e tua nonna Andreina si affacciava alla finestra, lì sopra, mi ascoltava e mi salutava col braccio. Ricordo te, che abitavi con lei e venivi a giocare a ping-pong alla sala “Cristallo” e a tutti noi ragazzini che ti ronzavamo intorno, regalavi sorrisi e poi scappavi verso i tuoi sogni, la danza e la musica… Ricordo tutte le volte che in seguito ci siamo rivisti, a Canzonissima con Corrado ed, a Pronto Raffaella, a Carramba e in tanti altri momenti, fino a pochi anni fa quando abbiamo cantato e ballato insieme a tutto il pubblico dell’Arena di Verona…”, scrive ancora Morandi. Poi l’ultimo ricordo. “Infine, poco più di due mesi fa, esattamente il 17 aprile, con la tua solita generosità mi hai telefonato per chiedermi come stavo dopo l’incidente con il fuoco e ci siamo salutati con una tua battuta in dialetto romagnolo: ‘Burdel, basta zughé cun e fog…’. Raffaella, ti voglio bene, mi manchi, ma sono sicuro che ci incontreremo ancora per cantare e ballare insieme”.