Laura Samani è una delle registe italiane del momento: il suo Piccolo Corpo è infatti passato presso la Semaine de la Critique del Festival di Cannes che si chiuderà 15 luglio. Una storia che nasce da una tradizione secolare friulana e che si fonda il senso della religiosità e la fede nei miracoli. “Nel 2016 – ha raccontato Laura Samani ai microfoni de IlMattino – ho scoperto che a Trava, nel mio Friuli, esiste un santuario molto speciale, un luogo dove, fino alla fine del 19esimo secolo, si diceva si potessero riportare in vita i bambini nati morti per il tempo di un respiro, così da battezzarle e non farli vagare per sempre nel limbo”.
Il collega giornalista chiede quindi alla registra friulana cosa l’attrae del concetto di miracolo: “Il fatto di non avere alternative, se non quella di affidarsi a una richiesta, sperando che sia ottemperata. Mi piace raccontare il potere del desiderio. Agata (la protagonista del suo ultimo film ndr) è mossa dalla spiritualità, va contro i dogmi della religione in ragione dei suoi desideri”. Nel suo film il viaggio verso i santuari viene intrapreso da una madre, appunto Agata, ma in realtà erano i padri a compiere questi viaggi: “Quando l’ho saputo mi sono arrabbiata moltissimo, forse c’è molto di me nel personaggio di Agata, anch’io tendo a non accontentarmi, voglio capire il motivo di una regola, se serve a tutelare me o ad avere il controllo sociale sulle persone. Non sopporto le ingiustizie, anche se non mi riguardano direttamente, per esempio trovo inaudito che la legge Zan non sia ancora approvata”.
LAURA SAMANI: “LA SCELTA DEL FRIULANO COME LINGUA DEL FILM? VI SPIEGO…”
La lingua scelta per il film è stato il dialetto friulano: “E’ stata una decisione immediata – motiva la Samani – e non solo per il periodo in cui è ambientata la storia. Si tratta di una scelta politica, così come da noi era stata politica l’italianizzazione. Per me la lingua in cui si parla nel film è importante, sono contraria al doppiaggio”.
Ma quali saranno i prossimi progetti: “Il tema del miracolo anche nei prossimi progetti? Credo di aver esaurito le mie curiosità, ora vorrei occuparmi di adolescenti e non escludo di riprendere il teatro. Quanto al miracolo di “Piccolo corpo”, penso che non sia tanto nel desiderio di Agata ma nel comportamento del suo compagno di viaggio, Lince, interpretato da Ondina Quadri, che torna indietro e tiene fede agli impegni presi”.