I contagi aumentano di giorno in giorno. Anche chi si è vaccinato due volte viene contagiato dalla variante Delta. Il dato più sorprendente arriva da Israele, il primo paese che aveva raggiunto l’immunità di gregge, dove l’efficacia di Pfizer dal 96% è scesa al 64%. Certo, non si muore come succedeva lo scorso anno, ma viene da chiedersi cosa serva vaccinarsi davanti a un virus che si muove come una macchina bellica, cambiando continuamente “strategia”.
Per il professor Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di malattie infettive al Policlinico Gemelli, “anche dati come quelli che giungono da Israele vanno considerati nella loro totalità, non per un aspetto soltanto. Il 64% significa comunque una percentuale molto alta, pari a quella di tanti altri vaccini comunemente usati. Ovviamente sarebbe bello bloccare del tutto l’infezione, ma i vaccini mantengono comunque inalterata la loro efficacia per quanto riguarda le forme gravi e la morte”.
Il fatto che il virus muti in continuazione e il fatto che i vaccini sembra stiano perdendo efficacia di fronte alla variante Delta, fa insorgere il dubbio che stiamo prendendo una sostanza sperimentale che non rende immuni e con la quale possiamo venire contagiati e contagiare gli altri. Cosa ne pensa?
Certo, vista da fuori senza le appropriate conoscenze scientifiche sembrerebbe una battaglia difficile da vincere. Un dato di fatto è incontrovertibile: la situazione oggi è molto migliore di quanto lo era lo scorso anno.
Da Israele però arrivano dati che ci dicono che la doppia vaccinazione con Pfizer ha fatto diminuire l’efficacia del vaccino al 64%. Che cosa ne dice?
La doppia somministrazione non ha bloccato completamente la diffusione del virus perché c’è una perdita di efficacia del 30% circa, è vero. Ma se è vero che aumentano i contagi, è altrettanto vero che non si muore ai livelli di quanto eravamo abituati. Pfizer ha un’efficacia del 96% nel prevenire la morte, è comunque un’altissima efficacia. I vaccini mantengono comunque inalterata la loro efficacia per quanto riguarda le forme gravi e la morte.
I vaccini hanno sempre inseguito il Covid, non lo hanno mai preceduto. Non le sembra una battaglia perdente?
In Italia attualmente c’è una situazione un po’ delicata. È vero che c’è stato un aumento significativo delle vaccinazioni, le autorità sanitarie hanno fatto un lavoro straordinario, però in queste ultime settimane c’è stato un calo importante dei vaccinati, non perché manchino i vaccini ma perché un po’ complici le vacanze, un po’ anche il fatto che all’inizio si vaccinavano gli operatori sanitari, per i quali penso sia giusta l’obbligatorietà, poi chi si era ammalato e quindi gli anziani, avevamo assistito a grosse cifre.
Adesso è stato calcolato che tra gli over 60 due milioni e 200mila persone non si siano vaccinate.
Purtroppo sta prevalendo in molti un’esitazione per la quale anche alcune notizie non aiutano a favorire la vaccinazione. Io ritengo fermamente sia importante che la gente lo faccia. Gli over 60 non vaccinati rischiano che la malattia decorra in forma grave, cioè la morte. La variante Delta sta colpendo i più giovani che non sono ad alto rischio ma se continua a circolare diversi di questi over 60 non vaccinati ne saranno colpiti.
Vaccinazione dunque, a prescindere dalle continue mutazioni?
Quando il virus colpisce molti individui si sviluppano le mutazioni, per questo è importante si vaccini quanta più gente possibile. Se guardiamo a tutto il mondo e non solo all’Italia vedremo che ci sono in giro molte mutazioni, tanto più il virus circola tanto più muta.
Se il vaccino evita gravi forme di malattia ma non evita il contagio, quale utilità ha il green pass? Come faccio a sapere che le persone che si trovano in un luogo chiuso con me siano tutti negative? Grazie a un foglietto di carta? Non è meglio allora fare il tampone che mi dice subito se sono negativo o positivo?
Il green pass lo vedo come un’opportunità con un duplice effetto. Il primo è di dare uno straordinario sprone alla vaccinazione, e poi una forma di garanzia. Se sto con un vaccinato, visto che teoricamente due vaccinati sono negativi, possiamo toglierci la mascherina al chiuso.
Però se devo andare al cinema il tampone mi dice immediatamente se sono positivo o negativo, no?
Relativamente. Nel green pass italiano c’è un tallone di Achille. Se sappiamo che la variante Delta viene contrastata da due vaccini, una dose può non essere sufficiente. Il tampone invece ha una validità fino a 72 ore; e se il giorno dopo diventi positivo? C’è ancora un rischio. Chi fa il tampone quasi certamente è negativo, però c’è una quota che si positivizza dopo il tampone.
Si parla molto di terza dose, cosa sappiamo al momento? Chi ha saltato prima e seconda dose, se cambia idea può farla?
No, se hai saltato le prime due dosi devi farle, ma non la chiamerei terza dose, lo chiamerei richiamo. Il problema è che non sappiamo quanti se ne dovrebbero fare e non sappiamo se dovremo farla.
Cioè?
Non sappiamo al momento se è necessario farne una ulteriore dose, quando farla, cioè non sappiamo se dopo un anno, o due anni. Al momento sappiamo che questo tipo di immunità dura più a lungo soprattutto nei soggetti che si sono ammalati; se si sono ammalati e hanno fatto una dose può durare più di un anno. Poi non sappiamo a chi farla. Potrebbe essere fatta ad esempio, come successo a Tolosa, a un gruppo di immunodepressi dove si è visto che due somministrazioni del vaccino portavano al massimo al 40% di copertura. Con la terza dose si è avuta una copertura più elevata.
Sappiamo con che vaccino andrebbe fatta? Con quello delle due precedenti dosi?
No, non sappiamo neanche questo. Visto che c’è una variante, converrebbe allestire un vaccino che protegga da queste varianti. I vaccini che diamo adesso sono tutti costruiti sulla variante D614G che non conteneva queste mutazioni ma funziona lo stesso. Fare lo stesso vaccino non credo sia una buona idea. Meglio sarebbe aggiornare i vaccini o utilizzare vaccini come quelli antigienici che sono in arrivo. L’Ema poi sta frenando sulla necessità di fare una terza dose.
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