Il comune di Piacenza ha vietato uno spettacolo di drag queen ed è scoppiata la polemica. Lo show si sarebbe dovuto tenere, come riferisce Rai News, presso un centro di aggregazione giovanile della città emiliana, ma è stato ritenuto “non educativo”, come riferito dall’assessore alle politiche giovanili Luca Zandonella, della Lega. L’Arcigay locale si è detto contrario alla scelta ed ha spiegato che le drag queen saranno comunque presenti all’evento, anche se non si esibiranno, ed ha criticato la scelta del Comune definendola una “censura da parte della giunta”.
Lo spettacolo incriminato, dal titolo “La prima volta fu rivolta”, era dedicato alle tematiche Lgbt, ma l’assessorato alle politiche giovanili locale si è di fatto sempre opposto, e lunedì aveva inviato un’email informale al gestore della struttura, la Cooperativa L’Arco, seguita da una Pec ufficiale per sottolineare ulteriormente la contrarietà allo show. Secondo il Comune “la manifestazione si tiene all’interno di un centro di aggregazione comunale, con una generale finalità educativa nei confronti dei frequentanti e della comunità” e “non si ravvisa la coerenza dello spettacolo in questione con le finalità del centro e del servizio a voi affidato”, concetto che è stato poi ribadito dall’assessore Zandonella che ha ritenuto “l’iniziativa non è coerente con le finalità dello spazio comunale”.
SHOW DI DRAG QUEEN VIETATO DAL COMUNE DI PIACENZA: REPLICANO LE ASSOCIAZIONI
Di tutt’altro parere ovviamente il presidente della cooperativa, Stefano Sandalo, che ha giudicato “educativo, in una società inevitabilmente sempre più complessa e diversificata, conoscere e capire le diversità e lavorare per una civile convivenza delle diverse visioni del mondo, il tutto naturalmente senza trascendere nella volgarità e nell’offesa. Riteniamo diseducativo trasmettere l’idea che una visione del mondo possa prevaricare le altre, imponendo una omologazione che si traduce di fatto nel rifiuto di convivere con culture e persone diverse”.
Così invece i responsabili dell’Arcigay Lambda Piacenza: “L’incredulità e il rammarico sono davvero forti per questa ingiustificata censura da parte della giunta comunale verso uno spettacolo che era parte della serata di beneficenza organizzata per ricordare l’inizio della lotta contro le discriminazioni, cioè i moti di Stonewall a New York nel 1969. Un’esibizione ironica quanto popolare, che ha già raggiunto più di 180 prenotazioni. Sarebbe stato uno spettacolo per i piacentini per fare cultura divertendosi”. L’Arcigay ha aggiunto e concluso: “Certamente non è questa la Piacenza che vogliamo. Quella che sogniamo è una città aperta, inclusiva e ricca di colori. Che prosperi arricchendosi delle differenze, non sopprimendole”.