Roby Facchinetti
è attualmente impegnato con La Musica è Vita Tour, che lo vede protagonista sul palco con due versioni di live: una con la sua band e l’altra per grande orchestra dal titolo Simphony Version. E’ l’occasione per ascoltare i nuovi e i vecchi successi del cantante e tastierista dei Pooh, il tutto in luoghi suggestivi del nostro Paese, fra le bellezze architettoniche di Ischia (18 luglio), Falcade (24 luglio), L’aquila (23 agosto), Castelfranco Veneto (27 agosto), Sesto San Giovanni (28 agosto), Cologna Veneta (4 settembre).
Intanto, Roby Facchinetti è stato intervistato recentemente dal Corriere, a cui ha parlato dei suoi amati sette nipoti e delle nuove generazioni: “Mi fa molto piacere quando i miei nipoti e, in generale, tutti i giovani cantano i miei e i nostri testi. Vuol dire che i nostri messaggi sono arrivati fin qui e resistono“. Già cinquant’anni fa i Pooh trattavano argomenti considerati irrilevanti, come la questione ambientale per cui hanno fatto tante battaglie insieme al Wwf per la salvaguardia degli alberi e degli animali. Il giorno della scomparsa di Stefano D’Orazio, proprio l’organizzazione di protezione scrisse un messaggio di addio che riportava le parole che il batterista gli inviò negli anni Ottanta: “Buongiorno Fulco Pratesi, sono Stefano D’Orazio. Noi vorremmo impegnarci per l’ambiente“.
Roby Facchinetti e l’amore per i nipoti
Oggi ci sono i nipoti nel cuore di Roby Facchinetti, ben sette bambini diversi l’uno dall’altro: “Tutti con una forte personalità, compreso il più piccolo, Alessandro”. Al Corriere ha spiegato che a solo due anni e mezzo ha un’identità già marcata, ascolta solo i Queen “e guai se gli togli la sua musica”; inoltre lo descrive anche furbo perché ha perfezionato un modo per ingannarlo: “Quando gli chiedo un pezzo di ghiacciolo nemmeno mi guarda, diciamo che ignora la richiesta con eleganza. Ma quando il ghiacciolo sta per finire e lui sa che ne dovrà chiedere un altro, allora mi offre l’ultima briciola con uno sguardo ruffiano”.
Di Mia (nata dalla storia d’amore tra Francesco Facchinetti ed Alessia Marcuzzi), invece, dice che promette bene in campo musicale. Roby ha raccontato di un giorno quando, per telefono, gli ha detto ‘aspetta un attimo‘ e si è messa al pianoforte ad eseguire Dammi solo un minuto “con una intensità struggente che mi ha commosso“. Crescere in una famiglia di musicisti e di personaggi del mondo dello spettacolo può spesso portare verso quella stessa strada, ci sono caratteristiche trasmesse dai geni che non si possono ignorare: “Nei miei nipoti ritrovo dei tratti nascosti del mio carattere, per me sono come tanti specchi che mi restituiscono un pezzetto del mio carattere”.
Roby Facchinetti: “Piccola Katy nacque per caso”
“Nonno, sai che anche oggi a scuola abbiamo cantato Piccola Katy?”. Qualche giorno prima che chiudessero le scuole il piccolo Lorenzo ha detto così a Roby Facchinetti, che al Corriere rivela il suo essere semplicemente nonno per loro: “Alcune cose della storia dei Pooh le conoscono, altre magari non sono interessanti”. Il brano Piccola Katy rimane comunque un pezzo intramontabile della musica italiana, è una fotografia emblematica degli anni Sessanta che narra la fuga notturna della protagonista adolescente che tenta di fare dopo le prime esperienze d’amore, per poi tornare sui suoi passi e rientrare a casa.
Il singolo uscì nel 1968 ed è stato il primo del gruppo ad entrare nelle prime quindici posizioni della hit parade: “E pensare che nacque per caso quando una sera mi misi al pianoforte con le parole di Valerio Negrini così, per gioco. Il giorno dopo Riccardo Fogli mi disse: ‘Fammi ascoltare quello che abbiamo fatto ieri sera‘”. La registrazione originale della canzone vede Roby Facchinetti all’organo elettronico, Riccardo Fogli (cantante) al basso, Valerio Negrini alla batteria e Mario Goretti alla chitarra; risulterà l’ultima incisione dei Pooh prima dell’ingresso nella formazione di Dodi Battaglia al posto di Goretti.