È tornata su Netflix – che questa volta l’ha prodotta in esclusiva – la seconda stagione di Pantano, la serie crime polacca creata e diretta da Jan Holoubek.
A distanza di circa 14 anni molte cose sono cambiate nella piccola cittadina di Gronty, a cominciare dal crollo del regime comunista e con il passaggio all’economia di mercato. Questo non ha certo cambiato l’aspetto della città, con i suoi edifici cadenti e il suo parco auto da rottamare. Eppure il progresso è giunto fino a qui, e con i telefonini e i locali notturni (quelli a dire il vero c’erano anche prima) è arrivata anche la speculazione edilizia, che ha aggiunto al paese il suo primo centro residenziale con ville per ricchi.
La storia riparte proprio da qui. Una terribile alluvione colpisce la regione (evento realmente accaduto nel 1997, ed è ricordato ancora come “l’alluvione del secolo”) ricoprendo di fango ogni cosa, facendo danni e uccidendo un ragazzo che verrà trovato annegato nella vicina foresta. Ma misteriosamente l’inondazione salva miracolosamente il lussuoso quartiere. Così Anna Jass, una giovane investigatrice trasferita in città da pochi giorni, incomincia a indagare sull’incongruenza degli indizi a sua disposizione.
Le indagini sulla vicenda del ’97 conducono ben presto l’agente Jass a dover fare i conti con il passato della città, che noi ben conosciamo, ma di cui lei non sa nulla. Dal terribile segreto che nasconde la foresta, dove i russi avevano sterminato subito dopo la fine della guerra le famiglie polacche di origine tedesca, alle vicende più recenti degli omicidi dell’83, che il partito locale voleva insabbiare, ma che grazie alle indagini di due giornalisti della gazzetta locale si erano scoperti mandanti e assassini.
Sono proprio i due giornalisti, un po’ invecchiati, a fare la loro comparsa nel corso della seconda stagione. Il primo è Piotr Zarzycki, il giovane praticante che è tornato in città con moglie e figlia nella veste questa volta di direttore del giornale. Il secondo è Witold Wanycz, interpretato dall’attore polacco naturalizzato francese Andrzej Seweryn, (uno dei preferiti da Andrzej Waida e protagonista dei film L’uomo di marmo, Direttore d’orchestra, L’uomo di ferro), ormai in pensione, ma che collabora volentieri alle indagini della giovane poliziotta.
La seconda stagione conferma il successo della prima. Molto belle le ricostruzioni (sia quelle relative agli anni del dopoguerra che quelle della Polonia post-comunista), la sceneggiatura, la cura dei dettagli nei costumi e nelle scenografie. Ottimo il cast, con le conferme dei protagonisti della prima stagione, ma su cui sovrasta la bella interpretazione dell’attrice polacca Magdalena Rózczka nei panni del sergente Anna Jass, famosa in patria ma alla sua prima su un “palcoscenico” internazionale.
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