La grande atleta italiana, Sara Simeoni, storica medaglia d’oro nel salto in alto durante le olimpiadi di Mosca del 1980, ha rilasciato una lunga e bella intervista ai microfoni del quotidiano La Verità. Si inizia a parlare proprio dei giochi olimpici 2022 che scatteranno venerdì prossimo, 23 luglio, in quel di Tokyo, e che saranno ovviamente condizionati dalla pandemia di covid in corso: «Gareggiare senza pubblico, a porte chiuse, snatura il senso dei Giochi. Nella mia prima esperienza, appena maggiorenne, lo spirito olimpico era praticamente ovunque: negli stadi e nei palazzetti colmi di pubblico, tra gli atleti nel villaggio olimpico, in ogni sito allestito per le sfide. È stato tutto questo a stregarmi».
Quindi ribadisce: «L’atmosfera asettica di Tokyo 2020 stravolge la natura dei Giochi: lo spirito olimpico va a farsi benedire. Sentire il calore del pubblico, gli applausi o la delusione fa un certo effetto, soprattutto per gli atleti. Li carica, li motiva. Le Olimpiadi hanno il pregio di far convivere le persone da ogni parte del mondo per più di due settimane: atleti e spettatori, con abitudini diverse, continuamente a contatto. Quest’anno non sarà così, si è arrivati addirittura a un manuale di comportamento per gli atleti all’interno del villaggio, senza molta possibilità di movimento».
SARA SIMEONI: “A TOKYO NIENTE PUBBLICO MA A WEMBLEY…”
Sara Simeoni non capisce come mai lo sport stia affrontando il problema covid a macchia di leopardo, leggasi la “chiusura” di Tokyo e la folla a Wembley per i recenti campionati europei di calcio: «Non riesco a capire come mai in alcune situazioni ci sia libertà e in altre no. Agli Europei di calcio si è passati rapidamente da poche persone sugli spalti, distanziate e con le mascherine, a un liberi tutti generale, con gli stadi colmi di persone. In Giappone hanno scelto diversamente, adottando una soluzione drastica. Quella contro il Covid è una guerra particolare, mi rendo conto, ma a questo punto non sarebbe stato più opportuno rinunciare alla manifestazione?». Che ci sia solo una motivazione economica dietro? «Ho sempre messo le Olimpiadi su un piedistallo, per vari motivi: per la storia, per i tanti significati sportivi e personali, per i valori. Ora salta un po’ tutto. L’unica cosa a cui non si è riusciti a rinunciare è il business che ruota attorno a una manifestazione come questa».
SARA SIMEONI: “HO SEMPRE ANTEPOSTO I COMPORTAMENTI ALL’IMMAGINE”
Sara Simeoni storce il naso anche di fronte al movimento Black Lives Matter, a suo modo di vedere un po’ troppo “appariscente”: «Viviamo in un mondo dove l’apparenza la fa da padrone. Si può essere d’accordo con un principio anche senza essere plateali. Oggi conta l’immagine, si va avanti per spot. Io mi sarei mai inginocchiata? No. E non perché non creda ai principi che sono alla base di quella battaglia, ma perché ritengo che il gesto abbia un impatto superficiale sul problema: oggi viviamo in una bolla fatta di immagini, di cui non resta nulla. Le apparenze non mi sono mai piaciute, ho sempre preferito anteporre i miei comportamenti. Oggi siamo bombardati di immagini – aggiunge – e l’eccessiva quantità le svuota di significato. Per quale motivo dovrei inginocchiarmi se poi tutto torna come prima qualche secondo dopo?». Sara Simeoni ne ha anche per la nazionale inglese, che si è tolta la medaglia d’argento dopo la premiazione: «Non è un gesto da proporre come esempio, specie se arriva da un Paese che si è sempre fregiato di essere molto attento al fair play. Vincere piace a tutti, ma lo sport è fatto anche di sconfitte. La sconfitta è qualcosa di cui fare tesoro, ti aiuta a non commettere altri errori. I calciatori inglesi avrebbero dovuto saperlo. Se mai accadesse qualcosa del genere alle Olimpiadi, mi auguro possano esserci delle sanzioni».