Il cantautore Giovanni Caccamo è stato protagonista dell’ultima puntata del programma di Rai Due, Sulla Via di Damasco, condotto da Eva Crosetta. Tanti gli argomenti trattati dal 30enne di Modica, a cominciare dall’incontro con Franco Battiato, colui che di fatto è stato il suo scopritore: “Un incontro che ha rivoluzionato la mia vita? Ce ne sono stati tanti, il primo è stato l’incontro con Battiato, ha una caratteristica unica, arrivare come una carezza dopo anni di tentativi vani di indifferenza, silenzio. Mi sono trasferito a 18 anni a Milano perchè sognavo di fare il cantautore e mi sono appostato sotto diverse etichette discografiche, ho bussato a tutte le porte, e in un momento di stanchezza e disillusione, dopo diversi anni torno in Sicilia e una mia amica mi disse che non potevo mollare e che Battiato aveva affittato una casa a Donnalucata e così ho deciso di fare quest’ultimo tentativo in spiaggia, mi sono appostato dietro un cespuglio per 4 ore in attesa che Battiato uscisse di casa per consegnargli il mio disco e lui dopo poco mi contattò dicendomi che aveva ascoltato il mio disco e che era veramente bellissimo, poi mi ha manifestato il desiderio di produrre il mio primo album e quello è stato per me un momento incredibile. E’ stato l’inizio di un percorso artistico e umano prezioso”.
Tante le cose che Battiato ha insegnato a Giovanni Caccamo: “La strada più importante che mi ha indicato è stata quella di imparare a definire meglio vita e morte, la morte ci spaventa quando non acchiappiamo ogni istante della nostra vita. Io porto questo anello con i teschi perchè penso quanto sia prezioso ogni giorno ricordarsi della morte, come diceva San Francesco ‘sorella morte’, per me è questo, la vita è straordinaria perchè è limitata, non sappiamo quando finirà e l’unica cosa che noi sappiamo è che possiamo vivere per la luce, per la bellezza, essere protagonisti corali della quotidianità”.
GIOVANNI CACCAMO: “MI APPROCCIAI CON LA MUSICA DOPO LA MORTE DI MIO PADRE”
La musica è tutto per Giovanni Caccamo, e la magia è scattata in un momento terribile, quando ha perso il padre all’età di soli 11 anni: “La musica per me è una vocazione, l’attimo in cui ho capito che la musica sarebbe diventata l’essenza della mia vita è stata nel momento in cui ho iniziato a scrivere, e ho capito che al di là del canto potevo trasformare storie vissute, ed emozioni in qualcosa di concreto, e tutto è partito da una perdita, quella di papà, a 11 anni per un cancro, ho visto questa colonna accartocciarsi: lui era molto devoto alla Madonna di Fatima. Ogni giorno venivano suore e preti a pregare con lui. Una volta alcune suore dissero a mia madre che la sofferenza di mio padre era un dono per la mia famiglia. Fu sgradevole sentire quelle parole e difficile riuscire a deglutirle. Per tanti anni mi sono arrabbiato perchè non riuscivo a capire come la morte potesse essere un dono. Mio papà è morto il 13 maggio il giorno della Madonna di Fatima, poi ho capito leggendo un libro: bisogna vivere ogni giorno per la luce e la bellezza”. Sull’amore: “L’amore mi ha salvato più volte, la bellezza dell’amore è che ha mille forme, è eterno e rappresentante di tutte le relazioni autentiche e durature. Le relazioni sono un po’ come le piante, devi prenderti cura del germoglio, del seme, proteggere le relazioni dalle intemperie. Questo vale per relazioni famigliari, amorose, d’amicizia, anche per quella con noi stessi”. Sui suoi nonni: “I miei nonni sono incredibili, testimoni di questo amore eterno, hanno festeggiato 60 anni di matrimonio e per la nostra generazione è un’idea davvero lontano, invece non è così perchè coltivando la relazione si arriva lontano”.
GIOVANNI CACCAMO: “SENTEO CHE C’E’ UNA PRESENZA…
Giovanni Caccamo è molto credente: “Sento che c’è una presenza, ed è evidente, è un’esigenza naturale dialogare e interrogarmi, un po’ perchè la vita mi ha portato a farlo subito. La cosa difficile è riuscire ad affidarsi, capire che noi arriviamo fino ad un certo punto, noi siamo in qualche modo padroni di nulla, noi abbiamo solo il presente e possiamo scegliere ogni attimo se viverlo per la luce o per il buio. Lo spirito francescano è il più affine a me, il contatto con la natura mi nutre, e poi la definisco fede del grazie perchè ogni mattino o ogni sera nonostante i momenti difficili, ho perso mio cugino a 13 anni per una tragedia, penso che sia nostro compito sforzarci di continuare a sorridere e soprattutto essere connessi con gli altri, percepire chi sta peggio di noi, i gesti concreti che noi possiamo fare per una società inclusiva con meno disparità”. Su Papa Francesco, per cui ha suonato: “Un grande uomo, percepisco la sua dedizione alla luce, uno sforzo quotidiano di presenza e cambiamento spirituale, una figura luminosa, sempre attento ai più fragili in modo particolare e nuovo, una figura meravigliosa.”
GIOVANNI CACCAMO: “IL MIO QUARTO ALBUM PAROLA…”
Sul suo ultimo album, il quarto disco scritto in carriera: “Il mio quarto disco raccoglie un appello di Andrea Camilleri in cui diceva che stavamo perdendo l’importanza delle parole, rivolgendosi ai giovani per far ripartire un nuovo umanesimo della parola. Ho creato questo disco in cui ci sono 7 inediti ispirati a 7 testi di letteratura. Uscirà a settembre e il brano “Canta” è ispirato alla lettera che Che Guevara scrisse ai figli. E’ un padre che si scusa con i figli per essere stato assente, e consegna loro un elenco di valori per essere donne e uomini straordinari. Io per tanti anni ho cercato una lettera ai figli che mio padre avesse scritto per noi, non ho trovato nulla di tangibile ma altri segnali”. Del nuovo album fa parte Aurora: “E’ il primo estratto del nuovo disco, un cortometraggio girato a Palazzo Vecchio a Firenze. ispirato ad un testo di Battiato e parla di buio, luce, morte e rinascita. è un po’ una resa dei conti, ho immaginato ognuno di noi che fa un bilancio della propria vita per accedere ad una nuova luce. In questo cortometraggio tutte la arti si uniscono, la prosa, la recitazione, la danza, l’arte di Palazzo Vecchio”. E in questi giorni è partito anche il tour di Caccamo: “Sarà un tour speciale, tutti luoghi artistici e condividerò il palco con l’amico e artista straordinario che è Michele Placido, sarà un viaggio prezioso”.