Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico, saggista e accademico di Cuneo, è intervenuto nella mattinata di oggi, martedì 20 luglio 2021, ai microfoni della trasmissione “Coffee Break”, in onda tutti i giorni su La 7. In collegamento audiovisivo, l’esperto ha preso la parola per commentare la situazione attuale connessa alla pandemia di Coronavirus nel nostro Paese, non tanto da un punto di vista meramente sanitario, quanto, piuttosto, comportamentale, analizzando l’atteggiamento degli italiani in questo periodo estivo.
“Noi siamo un Paese di bamboccioni, come Padoa-Schioppa chiamava i nostri giovani – ha asserito Odifreddi –. Il problema è che lo sono anche gli adulti, non solo i ragazzi. Facciamo radunate oceaniche perché l’Italia ha vinto gli Europei. C’era bisogno di scendere in strada a esultare? Il fatto di eccitarsi così tanto per un torneo di calcio è in linea con il mio ragionamento: siamo un Paese infantile. Lo sport è un’ottima cosa se uno lo fa, così come il s*sso: guardarlo in tv è perversione”. Un paragone “forte”, accolto con qualche imbarazzo in studio, ma sicuramente molto efficace e che rinforza l’opinione del matematico nei confronti non soltanto del gioco del calcio, ma, più in generale, dell’italiano medio.
PIERGIORGIO ODIFREDDI: “APRIRE LA SCORSA ESTATE HA CAUSATO 70MILA MORTI”
Nel prosieguo del suo intervento ai microfoni di “Coffee Break”, Piergiorgio Odifreddi ha sottolineato come, a suo dire, ci si sia dimenticati troppo in fretta del fatto che lo scorso anno “abbiamo fatto la pazzia di consentire le aperture in estate, causando 70mila morti. Dovremmo altresì semplicemente accettare il fatto che in una pandemia ci si deve comportare esattamente come quando c’è una pandemia: bisogna fare i vaccini, siamo ancora troppo indietro nella campagna e con le varianti abbiamo bisogno di raggiungere una percentuale molto più alta di quella inizialmente preventivata per essere sicuri di evitarle”.
Odifreddi ha quindi concluso dicendo di vergognarsi quando gli capita di ascoltare o leggere i resoconti di quello che succede nel resto del mondo, con particolare riferimento all’Australia: come vi abbiamo raccontato anche noi de “Il Sussidiario”, a Melbourne, con appena 30 contagiati, le autorità hanno deciso di mettere la città in lockdown per una settimana.