CAOS OBBLIGHI GREEN PASS
Il Green Pass divide ancora la politica, mentre si limano i dettagli del prossimo Decreto Covid da approvare domani in Consiglio dei Ministri (non ancora convocato però, ndr): a questo punto la Cabina di regia dovrebbe tenersi domani in mattinata, al più tardi nel pomeriggio, per poter stabilire al meglio i parametri sulle zone gialle, la proroga dello stato d’emergenza e ovviamente l’elemento più discusso, il Green Pass Covid. La Ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, conscia della distanza ancora forte sugli obblighi del Green Pass tra i vari partiti, ha spiegato in una nota «il pass serve a non chiudere, fiducia su un accordo a breve».
Intervistato da TgCom24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri annuncia: «La via italiana al Green pass è antecedente a quella francese, è la stessa via di maggio, un’occasione per non chiudere. Oggi se hai contagi in salita rivedi i parametri e dai un peso maggiore ai ricoveri, ma saliranno anche quelli. E se una regione deve diventare gialla o arancione, colore che rispetto al bianco prevede delle restrizioni, fra una limitazione che interessa tutti e una limitazione che non esiste per il Green pass è chiaro che tutti preferiamo quest’ultima piuttosto che la chiusura. Anche perché il Green pass puoi ottenerlo se sei guarito, se hai fatto un test o se hai fatto il vaccino». Il pass preparato dal Governo consentirà una progressiva libertà, «a seconda del rischio di assembramento e della circolazione del virus. Non è motivo di restrizione ma motivo di apertura contro le restrizioni che invece potrebbero esserci in assenza di green pass». Lo stesso Sileri rilancia poi sul tema caldo della quarantena per i vaccinati, chiedendo al Ministero un cambio di rotta in merito: «Se prendo un aereo e davanti a me c’è un positivo oggi io rischio la quarantena anche se ho fatto le due dosi. Se già diciamo che, come accade per esempio negli Usa, non si fa la quarantena se si sono fatte le due dosi di vaccino, questo è un buon incentivo per la vaccinazione, perché dà libertà e sicurezza maggiore». Per il Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, la necessità dell’obbligo di Green Pass per evitare le chiusure dovrebbe portare, alle estreme conseguenze, un lockdown solo per i non vaccinati: «Vi siete già dimenticati i tempi bui con migliaia di morti al giorno, quando pregavamo che il vaccino arrivasse presto e ora siamo divisi anche in questa battaglia? Sappiate che non mi interessa perdere il vostro voto, perché non esiste colore politico nella lotta al Covid», scrive sui social il fondatore di “Cambiamo!”.
LA CONFERENZA DELLE REGIONI
Le Regioni hanno proposto al Governo il permanere in zona bianca nel prossimo Decreto Covid con l’occupazione delle terapie intensive inferiore al 20% dei posti letto disponibili, mentre sui reparti ordinari il limite fissato sarebbe il 30%: questa la proposta partorita nella Conferenza delle Regioni in vista della revisione parametri del prossimo Dl Covid. Secondo il parere di anestesisti e medici, la soglia proposta dalle Regioni resta troppo alta e dovrebbe invece mantenersi più bassa per decidere l’ingresso di un’area in zona gialla. «Proposte che facciamo al Governo, in un’ottica di collaborazione istituzionale, anche alla luce dell’attuale contesto epidemiologico – caratterizzato da un aumento dell’incidenza ma da una bassa occupazione dei posti letto ospedalieri – e dalla progressione intensa della campagna vaccinale», spiega il Presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga.
In merito al Green Pass, gli obblighi che dovrebbero essere estesi per i Governatori dovrebbero contenere grandi eventi sportivi e di spettacolo, discoteche, fiere e congressi, mentre su ristoranti e locali al chiuso la differenza tra le diverse Regioni per il momento resta importante. «La Conferenza delle Regioni – conclude Fedriga – ha elaborato alcune proposte sull’uso del Green Pass in un’ottica positiva, ovvero per permettere la ripresa di attività fino ad oggi non consentite». Capitolo a parte, mentre il confronto tra i partiti e i tecnici prosegue ancora in queste ore prima del Consiglio dei Ministri, la situazione sulla scuola: «Bisogna andare oltre le ipotesi sul green pass a scuola. Per riaprire gli istituti in presenza e in totale sicurezza serve l’obbligo del vaccino per il personale scolastico. In questo modo non bisognerebbe applicare il distanziamento, che necessita invece della disponibilità di spazi», spiega all’ANSA l’Associazione Nazionale Presidi, «La prossima settimana vedremo il ministro Bianchi e riferiremo anche a lui le nostre posizioni sul vaccino ai prof».
GREEN PASS: COSA SUCCEDE OGGI
Dal 26 luglio nel nuovo Decreto Covid verrà inserito l’obbligo di Green Pass per i viaggi (trasporti a lunga percorrenza, no mezzi pubblici), gli spettacoli sportivi, teatri, cinema, concerti e (forse) anche per i ristoranti al chiuso: avverrà anche in zona bianca, anche perché l’obiettivo del Governo Draghi è quello di non inserire zone gialle durante l’intera estate per non pesare socialmente ed economicamente su un Paese già in lenta ripresa dopo due anni di lockdown e restrizioni. Dopo il pre-Consiglio di ieri, si attende per la giornata di oggi la Cabina di regia politica a Palazzo Chigi per definire al meglio tutti gli ultimi nodi del Decreto da far approvare in CdM domani 22 luglio con regole in vigore da lunedì 26 luglio (c’è anche l’opzione che Cabina e Consiglio si tengano entrambe domani, oggi intanto è prevista la Conferenza Stato-Regioni): il motivo è molto semplice, evitare che con le attuali regole Covid si arrivi ad un ingresso in zona gialla di alcune Regioni che secondo i vecchi parametri rischierebbero il ritorno del coprifuoco.
Dopo un lungo e concitato confronto negli scorsi giorni tra le opposte fazioni interne al Governo – Centrosinistra schierato per un Green Pass “alla francese” che ne imponga l’obbligo in pratica per ogni attività fuori casa, Centrodestra invece per una soluzione più light per non gravare sull’economia turistica nel pieno dell’estate – la sintesi di Draghi dovrebbe prevedere, secondo le anticipazioni del “Corriere della Sera”, una Italia zona bianca per l’intera estate andando a modificare i parametri per i cambi di fascia di rischio. Per farlo però viene ritenuto necessario l’utilizzo di un Green Pass “leggero” (a chi ha effettuato una sola dose di vaccino, oppure tampone negativo nelle 48 ore precedenti) anche nei ristoranti/locali al chiuso: «La strada scelta dal governo per garantire alle attività di rimanere aperte anche con una risalita della curva epidemiologica è dunque consentire gli ingressi nei luoghi affollati soltanto a chi risulta immunizzato, oppure guarito, oppure ha effettuato un tampone».
DECRETO COVID, TUTTE LE NOVITÀ DAL 26 LUGLIO
Il Decreto Covid sarà approvato, salvo clamorose opposizioni nelle prossime ore, nel Consiglio dei Ministri di domani giovedì 21 luglio e avrà validità piena da lunedì 26 luglio. Il testo non introdurrà solo le nuove regole sul Green Pass e le norme su viaggi e ingressi nei luoghi affollati, ma produrrà anche una proroga dello stato di emergenza (in scadenza il 31 luglio) fino al 31 dicembre 2021, in alternativa fino al 30 ottobre. Da ultimo, non meno importante, il Dl Covid del Governo produrrà un deciso cambio di parametri per valutare la differenziazioni in fasce di rischio per le Regioni: meno importanza a Rt e incidenza dei casi, maggior peso a numeri ricoveri, minimo numero di test al giorno e numero di vaccinati. Il Ministero della Salute pensa a una percentuale del 5% per le terapie intensive e del 10% per i reparti medici, le Regioni di contro chiedono di salire rispettivamente al 20 e al 30%. Tocca alla Cabina di regia tra oggi e domani trovare una mediazione convincente e duratura per evitare di trascinare mezza Italia in zona gialla (o peggio ancora) nelle prossime settimane. Per quanto riguarda il Green Pass, l’obbligo sarà definito in tutti i luoghi affollati e consentirà di riempire con capienze maggiori anche al chiuso, come ad esempio per cinema e teatri dove non ci saranno più posti alternati se in presenza di vaccinati.
COSA CHIEDONO LE REGIONI
«Utilizzare il Green Pass come un salvacondotto per scongiurare chiusure al di fuori della zona bianca», questo era invece la richiesta partorita ieri dalle Regioni che oggi tornano a confrontarsi con il Governo nella Conferenza unificata alle ore 14.15. Per Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, il Green pass va «sfruttato bene e al massimo, permettendo così di aprire ciò che altrimenti sarebbe chiuso. Penso ai grandi eventi, alle discoteche. E’ poi altrettanto utile se un territorio cambia colore, se dovesse andare ad esempio in arancione dove alcune attività sono chiuse, dovrebbero essere aperte per chi ha il Green pass. Non serve a tornare nella situazione dello scorso anno, ma a dare maggiore opportunità perché oggi abbiamo una nuova arma che si chiama vaccino». Vengono allontanate le ipotesi per ora avanzate dal Governo su percentuali “basse” di ospedalizzazioni per l’ingresso in zona gialla/arancione: «Sarebbe ingiustificabile chiudere il Paese con gli ospedali vuoti. Dobbiamo prestare la massima attenzione a come evolve la malattia, soprattutto sulle ospedalizzazioni perché se ci fidiamo del vaccino, come io mi fido molto, in prospettiva il problema non è se uno si contagia ma se la malattia si aggrava e richiede cure ospedaliere. Questo per il dramma che si crea per tutte le altre patologie che non trovano la dovuta risposta ospedaliera in quanto gli ospedali sono saturi», conclude Fedriga. Altri punti emersi ieri nella Conferenza delle Regioni i seguenti:
– Ridurre il numero delle zone, da 4 a 3, per all’assegnazione dei profili di rischio (colori)
– flessibilità nella valutazione dei parametri nelle piccole Regioni
– 150 tamponi ogni 100mila abitanti come numero minimo di test ogni giorno
– considerare il numero dei vaccinati nelle Regioni
– non scendere al di sotto della soglia del 15% e 20% di occupazione massima dei posti letto in terapia intensiva e reparti ordinari