«Mi sbattezzo: resto credente, ma una Chiesa che discrimina gli omosessuali e che fa ingerenza politica sul Ddl Zan mi ha deluso»: è durissima l’ex fidanzata di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, intervistata da “Repubblica” nei giorni in cui il disegno di legge contro l’omobilesbotransfobia resta impantanato al Senato e rischia di veder slittare a settembre il voto in Aula. Alla Pascale non è piaciuta la nota della Santa Sede che di fatto ha aumentato nell’ultimo mese lo scontro interno al Parlamento con i partiti divisi tra loro per modificare/ampliare/ridurre il testo base del Ddl Zan.
«L’intervento della Chiesa ha un peso importante e una parte politica lo usa strumentalmente come alibi. Io ho iniziato le pratiche per ‘sbattezzarmi’. Sono credente, vorrei fosse chiaro. Ma accanto alla Chiesa apostolica, c’è un’altra parte che si divide tra omofobia e silenzio sulla pedofilia. Non mi piace una Chiesa che discrimina», attacca ancora la paladina dei diritti LGBT, presente a tanti Gay Pride e ora in aperto scontro con la Chiesa e con il “suo” partito (Forza Italia).
DDL ZAN, L’APPELLO DELLA EX A BERLUSCONI
Per Francesca Pascale lo “sbattezzarsi” (che ricordiamo essere un atto pubblico civile, ma nulla ha di valenza sul fronte religioso-canonico) è un atto di polemica e sfida nei confronti «di quella Chiesa che dimentica il Vangelo e fa ingerenza politica. Il Vaticano dovrebbe fare una rivoluzione, se non vuole perdere fedeli». Non ce l’ha solo con la Chiesa Cattolica, Pascale attacca anche il suo ex partito e soprattutto il suo famoso ex fidanzato: «Berlusconi è arrabbiato con me per la posizione sul ddl Zan e perché vado ai Pride. Mi chiede: perché? Io gli rispondo: perché ci credo. Questa volta non sono d’accordo con lui e spero cambi idea». In merito al Ddl Zan, per l’ex compagna del Cavaliere si dovrebbe approvare il testo così come è e pure Forza Italia dovrebbe sostenerlo: «Ma adesso mi stupisce che Forza Italia non lasci libertà di voto sui diritti civili. Almeno la metà dell’elettorato forzista la pensa come me, come Elio Vito, Stefania Prestigiacomo, Renata Polverini e gli altri che alla Camera hanno già votato a favore e come Barbara Masini che al Senato si appresta a farlo. Masini in aula ha fatto coming out. Però l’altra cosa che mi dispiace è che si pensi debbano votare pro ddl Zan gli interessati, gli omosessuali. Questa è una legge che devono votare tutte le persone perbene». Pascale accusa FI (e Tajani) di “copiare la Lega”: «Chi non è di sinistra, ma cerca una destra liberale, non la trova più. Mi dà amarezza una politica che non si assume la responsabilità neppure davanti alle aggressioni verso gli omosessuali».