A pochi giorni dall’inizio delle olimpiadi di Tokyo, aumenta ulteriormente il rammarico per la mancata “riabilitazione” dell’altoatesino Alex Schwazer. Il marciatore, nonostante fosse fuori da giochi da anni dopo la squalifica ingiusta per doping, stava registrando negli scorsi mesi tempi da record, prestazioni che quasi sicuramente avrebbero permesso allo stesso atleta italiano di portarsi a casa una medaglia ai giochi olimpici. La parola fine sulla vicenda, purtroppo, era stata messa lo scorso 14 maggio, quando il tribunale federale svizzero ha respinto definitivamente il ricorso del marciatore, che ha dovuto così dire addio alle olimpiadi e ad un ritorno in campo che sarebbe stato come una favola a lieto fine.
Ma il lieto fine, purtroppo, non vi è stato per il 36enne di Vipiteno, nonostante gli appelli di Malagò, numero uno del Coni, ma anche di Sanremo e di molte altre persone note che si sono unite a Schwazer in questa battaglia. Grande rammarico, come detto sopra, in quanto i suoi tempi erano “monstre”: “Equivalente a circa 3 ore e 52 minuti sui 50 km, enorme margine: in gara vale intorno a 3 ore e 40 minuti sui 50 km”, commenta il suo allenatore, Sandro Donati, leggendo una tabella degli allenamenti di marzo. Ad impressionare, oltre ai tempi, sono state le capacità di recupero: “Due sedute di allenamento da 40 km in cinque giorni e a quella velocità sono sostenibili da pochissimi atleti al mondo – dice a Repubblica Donati – sette giorni dopo ha fatto i 30 km con un impegno valutabile in 6,5 su scala di 10 e ha coperto gli ultimi 25 km con un passo che equivale, sulla 50 km, al tempo finale di 3 ore e 35 minuti”.
ALEX SCHWAZER, TEMPI RECORD PRE OLIMPIADI: “IL 14 MAGGIO HA SMESSO”
Quindi aggiunge, eloquente: “È molto probabile che a Tokyo avrebbe potuto vincere la medaglia d’oro”. Sandro Donati ha pubblicato un libro su quanto accaduto al suo atleta, “I signori del doping: il sistema sportivo corrotto contro Alex Schwazer”, e del 14 maggio scorso scrive: “Ho sempre ritenuto impossibile o paradossale che potesse giungere giustizia ad Alex proprio da Losanna, Tuttavia non è stato facile buttar giù il rospo e digerire questo ennesimo affronto”.
Schawzer ha smesso di allenarsi quel giorno stesso: “Al mattino aveva svolto 2 ore in bici e qualche ora dopo aveva ripetuto tre volte 10.000 m in circa 43 minuti, con una pausa di appena tre minuti, svolta di marcia più lenta. Per moltissimi marciatori l’allenamento della vita, per lui normale amministrazione. Poi abbiamo spento definitivamente i motori”.