Elia Viviani, speranza azzurra del ciclismo italiano alle Olimpiadi di Tokyo 2020, è il portabandiera nella Cerimonia d’Apertura dei giochi Olimpici. Un appuntamento importante ed emozionante per il ciclista classe ’89, medaglia d’oro nell’omnium ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016, sette titoli ai campionati europei e due medaglie d’argento e una di bronzo ai campionati del mondo. Un palmares straordinario per un ciclista che nella sua carriera si è dimostrato estremamente competitivo anche su due ruote, riuscendo a vincere cinque tappe del Giro d’Italia, una nel 2015 e quattro nel 2018. Viviani sarà portabandiera nella sfilata assieme alla tiratrice Jessica Rossi, un grande onore in una Cerimonia d’Apertura che vedrà peraltro un’altra atleta italiana, la pallavolista Paola Egonu, come portabandiera olimpica con la bandiera a cinque cerchi affidata direttamente dal CIO nelle sue mani.
ELIA VIVIANI, DALL’OPERAZIONE ALLE OLIMPIADI
Elia Viviani è particolarmente orgoglioso per i risultati ottenuti, considerando che alla fine di gennaio, allarmato da un’aritmia cardiaca da 220 battiti manifestatasi per una ventina di secondi, si è dovuto sottoporre ad un intervento di ablazione all’atrio destro del cuore, fortunatamente riuscito in maniera perfetta. Ha spiegato lo stesso Viviani: “Sono passato dallo spavento di inizio anno per l’operazione al cuore, ai primi successi su strada dopo quello zero del 2020: è accaduto quando già sapevo che sarei stato portabandiera. È una carica importante e un ruolo di responsabilità: lo farò da primo ciclista italiano della storia alfiere della squadra olimpica. Ne sono felice e orgoglioso per “Elia persona”. Viviani infatti sarà il primo ciclista in assoluto a ricoprire l’importante ruolo di portabandiera per l’Italia nella storia delle Olimpiadi, il che lo renderà ancor più un’icona del suo sport, nella speranza di aggiungere altre medaglie al suo palmares.
ELIA VIVIANI, DA RIO A TOKYO
In una delle ultime interviste preolimpiche, Elia Viviani ha rievocato la medaglia d’oro vinta a Rio de Janeiro 2016 nell’omnium, valutando le sue effettive possibilità di conferma in una specialità tanto complicata: “Ho vinto l’omnium di Rio 2016 e lo difenderò a Tokyo con un format molto diverso, più tattico, ma pur sempre la disciplina più completa del ciclismo su pista: a inseguimento, contro il tempo e di gruppo, ci vogliono tattica, tecnica, sprint e resistenza. A Tokyo si farà tutto in un giorno: quattro prove “meno da specialisti”, che però non mi penalizzano. L’omnium è da sempre una gara in continua evoluzione.” Come avviene ad ogni edizione delle Olimpiadi le specialità si aggiornano e nonostante il problema al cuore di inizio stagione Viviani si è voluto preparare al meglio per quello che sarebbe uno storico, straordinario bis: classe ’89, per il ciclista veneto nativo di Isola della Scala confermarsi sul gradino più alto del podio olimpico sarebbe il coronamento di una straordinaria carriera, che vivrà però da oggi il fiore all’occhiello di essere stato portabandiera ai Giochi.