Le indagini sono ancora in corso ma il caso di Voghera ha inevitabilmente raggiunto tutte le cronache nazionali per via dell’autore dello sparo che ha ucciso il 39enne marocchino Youns El Boussettaoui: Massimo Adriatici, l’assessore alla Sicurezza di Voghera in quota Lega, si trova ora ai domiciliari ma la sorella della vittima si scaglia contro questa scelta considerata «totalmente ingiusta». La ragazza è stata intervistata ieri sera da Simona Gallo per “Zona Bianca” e si è sfogata in merito a quanto successo solo poche ore prima a suo fratello, pluri pregiudicato e con due precedenti ordini di espulsione dall’Italia: «Sono la sorella di Youns El Boussettaoui ammazzato ieri, gli hanno sparato in piazza davanti a tantissime persone. L’assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? Me lo spiegate voi? Difesa personale di cosa? Mio fratello non aveva nessuna arma, primo. Due, lui (Massimo Adriatici, ndr) è un avvocato, non è un poliziotto. Cosa fa con la pistola carica? Cosa fa?».
Parole durissime quelle riferite dalla donna in esclusiva alla trasmissione condotta da Giuseppe Brindisi, che in lacrime si chiede perché un uomo che dormiva sulle panchine dovesse meritare la morte: «Noi lo abbiamo portato tante volte a casa. Lui preferisce, si sente più tranquillo a dormire sulle panchine», spiega la sorella nel raccontare che in più occasioni lei e suo marito hanno tentato di aiutarlo nel passato, «Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris, possono testimoniare. L’abbiamo portato all’ospedale ma è scappato dall’ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello; così non dorme per strada, non mangia schifezze».
VIDEO-SFOGO DELLA SORELLA DI YOUNS
La ragazza con tono e voce soffocata da urla e disperazione, racconta poi che Young aveva due bambini, uno di 8 anni e una bimba di 5: «Non lo ha picchiato, lo ha ammazzato», attacca ancora la donna riferendosi all’assessore leghista, «Come fa a stare a casa sua? Dove è la legge? Ma siamo in Italia o in una foresta?». Arrivata dalla Francia nelle scorse ore, la donna non sa di più in merito a cosa abbia potuto scatenare la rissa-aggressione di cui parlano alcuni testimoni: «so solo che mio fratello non c’è più e l’assassino si trova a casa sua a dormire, non è legale e non è giusto. Tutta l’Italia deve sapere che non è legale e non è giusto. Ma cavolo, per una minima cosa la persona va arrestata, questo ha ammazzato e si trova a casa sua». L’ottima collega Gallo ha provato a chiedere se la donna sapesse dei comportamenti spesso molesti di Youns, tanto che tutto il quartiere lo conosceva da tempo: «Non è vero, non è vero. Ha molestato chi? All’avvocato, per ammazzare mio fratello, cosa ha fatto mio fratello? Aveva un fucile, aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. È stato ammazzato davanti alle persone e questa persona si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale». La richiesta della famiglia di Youns El Boussettaoui chiede ora giustizia e che Adriatici venga messo in carcere: «tu verrai messo in prigione, hai ammazzato mio fratello, hai lasciato due bambini senza un padre. Devi pagare, hai ammazzato una persona innocente. Non aveva una pistola come te, non aveva niente come te: difesa di cosa? Vogliamo vedere le telecamere, vogliamo vedere tutti, vogliamo che venga fatta giustizia. Siamo in Italia, deve essere fatta giustizia. La gente ha paura a parlare: tutti lo conoscono e tutti hanno visto».