Katia Serra è stata la prima donna ad aver avuto la possibilità di commentare su Raiuno la finale degli Europei di calcio tra Italia e Inghilterra. Una gioia indescrivibile e una grande emozione per Katia Serra che, per raggiungere i suoi obiettivi professionali ha dovuto lavorare duramente. “Passione, coraggio e resilienza” sono gli ingredienti a cui non ha mai rinunciato nel corso della sua carriera. Felice e orgogliosa dell’obiettivo raggiunto, in un’intervista esclusiva rilasciata a Fanpage, confessa che sarebbe bello se una donna “non dovesse più scegliere tra la carriera e la sua vita personale. In questo senso il mondo dello sport è il più penalizzato”.
Al di là dell’emozione e della gioia provata, avere la possibilità di commentare una partita di calcio così importante le ha permesso “di far capire, a tutti coloro che ancora non lo sapevano, che anche una donna può spiegare il calcio. È stata una grande opportunità e i riscontri ci sono stati. La vivo come un successo personale e collettivo, è qualcosa che sta aprendo un nuovo fronte”, racconta a Fanpage.
Katia Serra: “Le critiche? Ne ho ricevute molte sulla mia voce”
La scelta della Rai di affidare a Katia Serra il commento della finale degli Europei di calcio ha fatto molto discutere. A Fanpage, infatti, la Serra racconta di aver ricevuto molte critiche, soprattutto attraverso i social. “Ne ho ricevute molte sulle mia voce, che non so nemmeno come siano nate, ma non ha importanza. Le critiche costruttive le ho ascoltate con attenzione perché rispetto le idee di tutti, quelle pretestuose le ho lasciate perdere, non sono di aiuto. Quel che conta è che dal vivo ho ricevuto solo apprezzamenti, ben oltre le mie aspettative”, ha raccontato l’ex calciatrice che ha debuttato in serie B a soli 13 anni facendo una serie di sacrifici per la propria carriera. “Ad un certo punto stavo per mettere su famiglia, ma sapevo che nel calcio non giravano soldi e non sarebbe stato possibile. Così ho dovuto fare una scelta. Ormai sono passati più di 20 anni. Ora sono serena e realizzata anche nella mia vita personale e familiare, ma mi sarebbe piaciuto non doverci rinunciare nemmeno allora“, ha ammesso.