Margherita Laterza è tra le giovani attrici più interessanti del panorama italiano e ai microfoni di Cinematografo s’è raccontata a tutto tondo. L’attrice romana ha esordito parlando della sua ultima fatica, il film Gelsomina Verde: «Io sono diverse persone e diversi personaggi, che girano intorno alla figura di Gelsomina Verde, al centro di un fatto di cronaca del 2004: è stata torturata e bruciata durante la prima faida a Scampia. Una tragedia raccontata in maniera particolare: il film parla di una compagnia teatrale che mette in scena il dramma di Gelsomina Verde. È un film più su chi resta che su Gelsomina Verde, sugli interrogativi nostri e sulle contraddizioni».
Margherita Laterza ha poi ricordato i suoi inizi: «Io ho avuto la fortuna di girare per la prima volta in pellicola, un medio metraggio chiamato “Dora”, opera prima di Sergio Basso. Poi ho fatto “Il terzo tempo” di Enrico Artale, una storia molto maschile e io ero un po’ l’unica donna in mezzo a tanti maschi. Poi ho fatto “Menomale che ci sei” di Prieto, ma non voglio ricordarli tutti (ride, ndr)».
MARGHERITA LATERZA: “AMO IL CINEMA DI VIAGGIO”
«Il cinema è sogno, è l’arte più vicina al nostro inconscio. Quando noi facciamo un sogno, lo facciamo per immagini. Istantaneamente ci porta da un’altra parte. É anche cultura: quando si va al cinema insieme, si può elaborare insieme ad altri. È anche libertà, ci sono dei momenti in cui le telecamere possono essere costrittive, ma i momenti di libertà sono magnifici: il cinema ti ricorda che tu sei qui, ma potresti essere in mille altri posti. La tua vita è una scelta, ne potresti fare altre mille diverse», ha raccontato Margherita Laterza: «Io sono ipersensibile, anche dentro un piccolo schermo vengo catapultata in un’altra dimensione. Ma la sala ha un potere trasfigurante su di me pazzesco». Margherita Laterza ha poi parlato dei suoi gusti nella settima arte: «A me piace molto il cinema di viaggio, mi piacciono i cinema in cui i protagonisti fanno dei lunghi viaggio che spesso coincidono con dei viaggi interiori».
MARGHERITA LATERZA: “TRA ATTORI COMPETIZIONI E SOLIDARIETÀ”
Dopo una battuta sulla vita da set – «La competizione tra attori c’è, una sana competizione, bisogna insistere su quello che c’è oltre la competizione. C’è anche la solidarietà» – Margherita Laterza ha parlato dell’importanza del regista nella realizzazione di un’opera: «Il regista conta tantissimo. Massimiliano Pacifico (regista di Gelsomina Verde, ndr) è stato un casting, ha molta familiarità con gli attori, e questo è servito molto sul set. Ha saputo come relazionarsi con gli attori, è fondamentale. Il nostro è un mestiere di generosità, in cui devi darti, ed è difficile farlo se dall’altra parte non c’è amore e non c’è accoglienza».