Il fenomeno dei bambini strappati ai genitori in Italia è più diffuso di quanto si possa pensare. I casi di Bibbiano e dei Diavoli della Bassa Modenese (sui quali l’ex Iena Pablo Trincia ha realizzato un’inchiesta giornalistica approfondita trasformata in un podcast, “Veleno”, divenuto letteralmente virale) sono soltanto la punta dell’iceberg di questo aspetto, che coinvolge direttamente la Giustizia italiana, come spiega Eugenia Roccella sull’edizione del quotidiano “Libero” in edicola domenica 25 luglio 2021.
Il sottosegretario al Ministero della Salute nel Quarto Governo Berlusconi ha raccontato sul giornale le immagini visionate in un filmato relativo al prelievo di un bambino da un’abitazione di Pisa da parte delle forze dell’ordine: “La porta della stanza da bagno viene sfondata, il ‘ricercato’ che si era barricato al suo interno viene ‘prelevato’ tra urla, pianti e patetici tentativi di divincolarsi per essere portato nella struttura in cui vivrà, controllato a vista”. E ancora: “I pianti strazianti e la ribellione impotente del minore possono sembrare una ricostruzione esagerata, un quadro a tinte fosche allo scopo di suscitare facile commozione, ma non è così”.
EUGENIA ROCCELLA: “BAMBINI STRAPPATI AI GENITORI, SI FA DAVVERO COSÌ IL LORO BENE?”
Nel prosieguo del suo intervento sulle colonne di “Libero”, Eugenia Roccella riferisce che osservare queste riprese lascia letteralmente senza fiato e ci si immagina che, dietro scelte così perentorie e stringenti, debbano esserci genitori violenti o inaffidabili. Tuttavia, i fatti spesso raccontano altro, come nel caso del piccolo Lorenzo (nome di fantasia), bimbo residente ad Assisi, alla cui madre è stato contestato il fatto che il bambino vuole sempre e solo stare con lei. “Se un bimbo rifiuta uno dei genitori, è certamente perché l’altro lo ha manipolato”, è l’ironica e amara conclusione a cui giunge Roccella, a testimonianza di come vi sia più di una falla nel processo che porta all’allontanamento dei bambini dalla famiglia.
Il punto, si chiede la giornalista e politica, è: quanto conta, per i tribunali, l’interesse del bambino e ascoltare il minore, i suoi desideri? Davvero si pensa che il trauma di una separazione così violenta e lacerante incarni la soluzione migliore? I giudici di Assisi, che hanno tolto Lorenzo alla madre (il bambino si è sentito male ed è finito in ospedale, ndr), hanno asserito di avere agito nell’esclusivo interesse del minore. Davvero si può ritenere che sia andata così, in questo caso?