I dati giornalieri sull’andamento dei contagi da Covid-19 in Italia non lasciano tranquilli gli esperti che, mentre il tasso di positività sale di giorno in giorno, continuano ad invitare la popolazione a fare maggiore attenzione nella vita di ogni giorno per evitare un nuovo aumento dei casi. La nuova ondata, nonostante una campagna vaccinale che prosegue spedita nel Bel Paese, interessa sempre più i giovanissimi che diventano sempre più colpiti dalle nuove varianti. L’attenzione ai più giovani non deve però mancare, con Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema, che ha sottolineato la sicurezza del siero per i più piccoli: “I vaccini anti coronavirus in età pediatrica sono sicuri, le reazioni avverse sono molto meno rispetto agli adulti”.
Mentre negli Stati Uniti si ragiona sull’espansione degli studi ai bimbi tra i 5 e gli 11 anni, l’ex dell’Agenzia europea del farmaco si è detto abbastanza sicuro nel corso di un’intervista rilasciata a TimeLine su SkyTg 24: “I dati dei vaccini fino autorizzati, a mRna, per i ragazzi sono buoni. In età pediatrica le vaccinazioni non hanno mai creato problemi anzi ne hanno risolti, quindi davvero non c’è motivo di preoccuparsi per i vaccini”.
Vaccino Covid ai bambini, Rasi: “Potevamo evitare morti”
Secondo l’analisi fatta dal consulente del commissario straordinario all’emergenza coronavirus, fare una corretta informazione sulla vaccinazione per i bambini in età pediatrica sarebbe servita ad evitare numerosi decessi. Da inizio pandemia, infatti, i morti in età pediatrica sono stati 24, un numero che lascia l’amaro in bocca a Guido Rasi che nel corso dell’intervista concessa a Sky ha sottolineato: “Con i vaccini sarebbero stati zero”.
Il professore di Microbiologia di Tor Vergata, in un altro intervento recente ai microfoni de La Stampa, aveva sottolineato l’importanza della vaccinazione ai minori: “Per la scienza fino a 12 anni i bambini vanno vaccinati. Capisco che la convenienza non sia immediata, ma ci sono rari casi pediatrici gravi. Inoltre, la variante Delta tra i 10 e i 30 anni sta creando qualche problemino. E poi c’è la questione della protezione di massa, non possiamo permetterci che il virus continui a circolare tra i ragazzi”.