Incendio alla Giostyle di Urgnano, in provincia di Bergamo. Proprio mentre in Germania, a Leverkusen, ha seguito dell’esplosione di un impianto la Protezione Civile ha invitato la popolazione a barricarsi in casa e sigillare porte e finestre al fine di evitare di respirare sostanze dannose per la salute, in Lombardia ha preso fuoco lo stabilimento di un’azienda decisamente conosciuta a livello nazionale, in quanto fra i marchi leader nel settore dei componenti in plastica, dai contenitori per alimenti ai frigoriferi portatili, senza dimenticare le borse termiche, decisamente utilizzate nella stagione estiva a causa delle elevate temperature.
Come riferito dall’edizione orobica de “Il Corriere della Sera”, si è levata in cielo una colonna di fumo nero, visibile anche a chilometri di distanza, figlia di un rogo di grosse dimensioni e divampato attorno alle 9 di questa mattina presso uno dei magazzini dello stabilimento di via Battaina, che occupa una superficie alquanto estesa, pari a 90mila metri quadrati per cinquanta linee di produzione. Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118, nel pieno rispetto dei protocolli d’emergenza, anche se, fortunatamente, pare che non ci siano feriti. La polizia locale, in collaborazione con i carabinieri di Treviglio, hanno prudenzialmente chiuso al transito veicolare le due strade che conducono all’azienda.
INCENDIO GIOSTYLE URGNANO, “RISCHIO MODERATO”
Il sindaco di Urgnano, Efrem Epizoi, ha comunicato ai microfoni de “Il Corriere della Sera” che dalla GioStyle è stato comunicato che “è scattato il piano di coordinamento per rischio moderato. Nonostante l’incendio sia abbastanza esteso, non c’è nessun pericolo igienico-sanitario, che è la cosa più importante”. Nonostante questo, il Comune di Stezzano, che sorge a pochi chilometri dal luogo dell’incendio, ha rivolto ai cittadini di tenere le finestre chiuse per precauzione: “Finora non abbiamo ricevuto nessuna indicazione dall’Ats”.
Intanto, la testata sopra menzionata ha raccolto la testimonianza di un operaio di una ditta esterna, ma presente in fabbrica al momento del rogo: “Eravamo dentro in otto, abbiamo visto le fiamme partire da un angolo e siamo scappati. Qui è tutto bruciato, non si salva praticamente nulla dei capannoni. Non sappiamo come sia partito”.