Jeff Bezos ha presentato un’offerta alla NASA per provare a rientrare con Blue Origin nella missione spaziale che, nel 2024, porterà l’uomo sulla Luna. La notizia è stata pubblicata dal fondatore di Amazon e, appunto, Blue Origin, sul sito internet ufficiale di quest’ultima, per giunta proprio a ridosso dei cinquant’anni della missione Apollo 15 (26 luglio 1971). Ma cosa ha offerto, di preciso, il magnate? Uno sconto di due miliardi di dollari sulle spese di costruzione del sistema d’atterraggio con equipaggio sul satellite terreste.
Una partita, in realtà, già chiusa, visto e considerato che soltanto nel mese di aprile il contratto dell’agenzia spaziale statunitense era stato assegnato a Space X ad aprile. Tuttavia, come ricorda “Il Corriere della Sera”, tanto Blue Origin quanto Dynetics avevano deciso di adire le vie legali per presentare ufficialmente ricorso. Nel contempo, Bezos ha provato ad adottare la strategia del ribasso per ingolosire l’organizzazione a stelle e strisce, facendo leva sull’aspetto della convenienza economica.
JEFF BEZOS, SCONTO DI 2 MILIARDI ALLA NASA PER PORTARE L’UOMO SULLA LUNA NEL 2024
In particolare, il piano della NASA consiste nel riportare l’uomo sulla Luna nel 2024 con il programma Artemis, pianificando, nel contempo, lo sbarco con equipaggio su Marte fra nove anni, dunque nel 2030. Come riporta “Il Corriere della Sera”, a detta di Jeff Bezos, l’agenzia spaziale dovrebbe prendere in considerazione la sua nuova offerta non unicamente per lo sconto operato sulla tariffa da Blue Origin, ma anche in virtù dell’utilizzo di idrogeno liquido come combustibile, elemento che può essere ricavato mediante un’operazione di estrazione dal ghiaccio lunare, a tal punto che la società avrebbe già provato a testare, totalmente a proprie spese, il sistema in orbita attorno al nostro pianeta.
“Siamo pronti ad aiutare la NASA per riportare il programma Artemis su un sentiero competitivo, credibile e sostenibile”, ha sottolineato apertamente il miliardario nella sua missiva ufficiale, speranzoso di fare breccia nelle convinzioni dell’agenzia statunitense e di aggiudicarsi così un’operazione che consentirebbe a Bezos, tra le altre cose, di beneficiare anche dell’eco mediatica che ne deriverebbe.