Marta Fascina esce questa volta in prima linea come raramente le capita, sconvolta da quanto avvenuto solo poche ore prima alla Camera sull’intricato tema della riforma della Giustizia: la fidanzata di Silvio Berlusconi non ci sta al voto di martedì in Commissione Giustizia a Montecitorio, dove “Coraggio Italia” (il movimento di Toti e Brugnaro, due ex forzisti) si è schierato con il Centrosinistra contro le proposte di emendamento lanciate dal Centrodestra per ampliare la riforma anche sull’esercizio dell’abuso d’ufficio.
Forza Italia aveva richiesto nella riforma Cartabia la modifica dell’articolo 323 del codice penale sull’abuso d’ufficio e delle definizioni di «pubblico ufficiale», «incaricato di pubblico servizio» e «persona esercente di pubblica necessità»: il deputato Zanettin, alle accuse da sinistra per una norma “ad personam” su Berlusconi, ha risposto «spiacevoli illazioni strumentali da parte della stampa». Non è bastato perché sia i membri di “Coraggio Italia” e sia il magistrato azzurro Giusi Bartolozzi hanno votato con il Csx: non solo, la deputata alla fine della votazione ha lasciato Forza Italia per entrare nel Gruppo Misto, mentre Noi con l’Italia di Lupi si è astenuto al voto «Sono d’accordo nel merito, ma il mio timore era di perdere tempo nell’approvazione della riforma», ha spiegato l’ex Ministro.
IL DIKTAT DELLA “SIGNORA” BERLUSCONI
Alla luce di quanto successo in Commissione, è durissima la nota di Marta Fascina che riflette ovviamente il pensiero del fidanzato più anziano nell’accusa i “traditori” del suo stesso partito: «I partiti non sono taxi per raggiungere lauti stipendi e posizioni di potere, salvo poi (una volta raggiunto l’obbiettivo) cambiare idea, ideali, valori, partito». Per la fidanzata del Cav, occorre ridare subito «dignità alla politica», modificando la Costituzione sul vincolo di mandato, impedendo ai parlamentari di lasciare il partito con cui sono stati eletti, pena la decadenza dell’incarico parlamentare: «Chi, tradendo il mandato elettorale dei cittadini ha contestato i nostri emendamenti deve riflettere sul rispetto del mandato elettorale». Come scrive Fascina nel lungo testo-sfogo, «è noto che da 27 anni Forza Italia sostiene e promuove riforme all’insegna della “giustizia giusta, efficiente e veloce” e che ha nel Dna il rispetto dei precetti costituzionali in tema di garantismo». Attaccando i vari Bortolozzi, Marin (ex FI, ora in Cambiamo) e Enrico Costa (ex FI, ora in Azione), la compagna di Berlusconi rileva come «parlamentari eletti nel nostro movimento decidono sorprendentemente di non votare emendamenti presentati dal nostro capogruppo in Commissione».