Uno studio internazionale ha portato alla luce un’interessante novità: i vaccini Pfizer e AstraZeneca provocherebbero lo stesso numero di casi di trombosi. A riferire la notizia è il “Daily Mail”, autorevole testata giornalistica d’Oltremanica, secondo cui gli scienziati hanno posto a confronto i tassi di trombosi all’interno di una platea di più di 1,3 milioni di vaccinati in Spagna, scoprendo che entrambi i sieri anti-Covid presentano un rischio minimo di provocare coaguli , tanto da risultare pressoché simili sotto il profilo della sicurezza.
Addirittura, sarebbe Pfizer ad avere una maggior probabilità di innescare il comunque raro effetto collaterale (25% rispetto al 20% di AstraZeneca). La ricerca, di prossima pubblicazione su The Lancet, ha esaminato solamente i dati della Catalogna e gli scienziati indipendenti devono ancora esaminare i risultati attraverso un processo di revisione. Va detto che dietro a questo lavoro ci sono i ricercatori dell’istituto universitario della Fondazione per la ricerca sull’assistenza sanitaria primaria di Barcellona, oltre ad alcuni esperti di Oxford e dell’Olanda.
TROMBOSI: PFIZER PERICOLOSO COME ASTRAZENECA
Alla luce di questa scoperta, scrive il Daily Mail, un funzionario del governo britannico ha lanciato un’accusa, mediante le colonne di “Politico”, nei confronti dell’Unione europea, i cui leader avrebbero le mani “sporche di sangue”, avendo cestinato un vaccino salvavita. “Ora sappiamo che ciò che tutti sospettavamo fosse vero, corrisponde a effettiva realtà – ha dichiarato la fonte –. Lo hanno fatto per ripicca per la Gran Bretagna a causa della Brexit”.
E ancora: “Quando saranno scritti i libri di storia, diranno che queste persone sono state direttamente responsabili della morte di migliaia di persone nei Paesi in via di sviluppo che non riceveranno le dosi di AstraZeneca a causa della propaganda anti-vax”. In attesa della revisione definitiva dello studio, si può intanto asserire che il rischio di coaguli di sangue nelle arterie è del tutto simile tra i due vaccini e inferiore ai tassi che gli esperti si attendevano di riscontrare. Il rischio di subire la complicazione che ha allarmato i responsabili sanitari del mondo intero è, dunque, davvero minimo.