Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale, prende posizione sul Green pass: va garantito a tutti per una questione di uguaglianza. Intervistato da Il Messaggero, il giurista ha spiegato come chi è stato vaccinato tramite canali diversi da quelli tradizionali – pensiamo ad esempio a coloro che hanno partecipato alla sperimentazione del vaccino italiano Reithera – non possa essere escluso dall’assegnazione del Certificato verde. Mirabelli spiega: “Assolutamente. Va posto rimedio. Il tema è regolato da principi costituzionali e giuridici che si rifanno a due principi: uguaglianza e ragionevolezza. Entro questo quadro è importante che i diritti dei cittadini vengano rispettati per tutti. Questo significa che chi si è vaccinato con farmaci riconosciuti dall’Ue oppure ha gli anticorpi determinati dal vaccino “made in Italy” Reithera dovrà ottenere il pass. Spetta alle autorità trovare la soluzione tecnica in un quadro che è giuridicamente chiaro“.
MIRABELLI: “VOLONTARI REITHERA HANNO DIRITTO A GREEN PASS”
Per quanto riguarda i volontari che si sono fatti inoculare le dosi del vaccino italiano Reithera, il prof Mirabelli entra nel dettaglio: “In questo caso specifico mi pare evidente che le strutture preposte, governative o regionali, debbano rimuovere gli ostacoli alla concessione del Green pass. Non spetta a noi giuristi indicare la strada sanitaria che possa verificare la presenza di anti-corpi nell’organismo di questi volontari ma la sostanza del problema non cambia: si tratta di persone che hanno diritto a tutti gli effetti al Green pass sulla base dei principi di uguaglianza e ragionevolezza“. Lo stesso ragionamento vale per chi si è vaccinato all’estero in stati non Ue – vedi la Serbia – che per un certo periodo di tempo ha vaccinato cittadini italiani quando nel Belpaese c’era carenza di vaccini: “Sul piano di principio sì – spiega Mirabelli – purché i vaccini siano riconosciuti dall’Ue. Questo tema è più sanitario che giuridico. Può fare da apripista l’intesa fra la Svizzera e l’Ue per cui c’è un reciproco riconoscimento dei Green pass. Un’intesa che sta per essere allargata anche a piccole realtà come il Vaticano“.
MIRABELLI: “VACCINAZIONE OBBLIGATORIA E’ POSSIBILE”
Il prof. Mirabelli spiega la natura di uno strumento come il Green pass: “Con il Green pass si vuole segnalare l’avvenuta vaccinazione e quindi la possibilità di svolgere attività o partecipare ad aventi con rischi di diffusione dell’epidemia ridotti. L’obbligo di avere questa documentazione è ammissibile se c’è una legge che lo prevede e se il suo utilizzo concreto è adeguato e proporzionato“. Secondo il giurista, questo sul piano costituzionale vuol dire “che se il Green pass venisse richiesto per guidare l’auto, dico per assurdo, esso non sarebbe legittimo. Strumenti del genere non possono essere totalizzanti, esiste un’ampia letteratura giuridica in proposito. Ma il Green pass è uno strumento chiaro certifica la vaccinazione e dunque va assegnato a tutti i vaccinati“. Nessun dubbio, poi, che la vaccinazione obbligatoria sia possibile: “Certamente. Esistono leggi in proposito per i bambini e da moltissimi anni. Si tratta di un atto medico che non danneggia le singole persone o quantomeno rappresenta un rischio minimo anche perché tutela coloro che il vaccino non possono farlo per analoghe disposizioni mediche“.