Si infittisce sempre di più il giallo che ruota attorno alla morte di Vittorio Carità, l’ultimo dandy napoletano, icona di eleganza, amico di tanti vip ed espressione della “Napoli bene” simbolo di mondanità. Il suo corpo senza vita è stato trovato nella sua casa dei Quartieri Spagnoli, con gli inquirenti che hanno disposto gli esami tossicologici e l’autopsia per andare a fondo delle cause che hanno portato al decesso. In un primo momento la squadra mobile diretta da Alfredo Fabbrocini non ha escluso la pista dell’aggressione in casa, ma gli investigatori stanno cercando di esplorare anche la pista della droga. Vittorio Carità infatti potrebbe essere rimasto vittima di un arresto cardiaco. Quel che è certo è che quando i vigili del fuoco sono intervenuti nella sua abitazione, allertati da alcuni amici preoccupati dal fatto che Carità non rispondesse al telefono da alcune ore, hanno trovato l’uomo riverso in una pozza di sangue.
Vittorio Carità è morto: addio al dandy napoletano
Sono stati proprio gli amici di Vittorio Carità a raccontare che l’uomo in passato era andadaot incontro ad episodi di overdose e coma etilico. La polizia ha rinvenuto nella sua abitazione una sostanza che potrebbe essere droga e nelle prossime ore verrà esaminata. A quel punto gli investigatori dovranno stabilire se il dandny napoletano possa essere stato vittima del consumo di droga o se invece proprio l’uso di stupefacenti abbia provocato uno stato confusionale che lo ha portato a battere la testa in maniera fatale. La vittima apparteneva ad una storica famiglia di gioiellieri. Come riportato da La Repubblica, “fino ad un paio di anni fa viveva in contesto lussuoso a Posillipo, poi si è trasferito in affitto ai Quartieri Spagnoli. Amante dei viaggi, di Stromboli e Capri, volava in India per trovare pace: buddista, praticava la meditazione. Era solito all’alba fare colazione da Moccia a Chiaia”. Commosso il ricordo dell’attrice Cristina Donadio, sua amica da molti anni: “Riduttivo definire Vittorio icona di stile, dandy: Vittorio era speciale, era un affabulatore. Era pieno di contraddizioni, ha sofferto tanto, è sopravvissuto più volte a se stesso, mi risulta difficile pensare che abbia voluto fare un gesto per dire addio alla vita. Vittorio ha avuto tante rinascite. Avevamo un progetto teatrale in cantiere nato da una sfilata in piazza dei Martiri in cui io impersonavo Kiki de Montparnasse e lui era il mio Man Ray. Sono addolorata”.