Riccardo Molinari, presidente del gruppo della Lega alla Camera dei Deputati, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Verità” rilasciando un’intervista esclusiva, a cura di Daniele Capezzone. Immancabilmente, il dialogo ha preso il via parlando della manifestazione anti-Green Pass a cui hanno aderito alcuni esponenti del Carroccio: “Quello che conta è la linea, che è la stessa per tutti, anche se ognuno ha il suo tono – ha dichiarato –. La posizione della Lega è contraria al Green Pass sia per una questione generale di libertà sia per ragioni di applicazione pratica: ristoratori e baristi non sono pubblici ufficiali, e qui si rischia di danneggiare la stagione turistica”. Nonostante questo, Molinari ribadisce l’invito ad aderire alla campagna di vaccinazione per proteggere se stessi e gli altri, evidenziando che il Governo è chiamato adesso a scegliere tra il modello inglese (tutto aperto) e l’introduzione dell’obbligo vaccinale per alcune categorie.
Poi, la conversazione si è spostata su Giuseppe Conte: secondo il leghista, l’ex presidente del Consiglio è ancora “chiaramente incattivito. Se potesse, troverebbe un cavillo o un pretesto per far saltare o scivolare Draghi”. Enrico Letta, segretario del Pd, gli fa “da palo”, come ha asserito recentemente Salvini: “È molto semplice. Il Pd, sia a Roma sia sui territori, esiste ormai solo come partito di potere senza consenso. Hanno bisogno dell’alleanza strutturale con il M5s per cercare di restare al potere come possono”.
RICCARDO MOLINARI: “MELONI? NON MI STRACCIO LE VESTI”
Riccardo Molinari, nel prosieguo del suo intervento, ha elogiato la Riforma Cartabia, “preferibile al testo Bonafede. La bozza sul fisco ha tutti i nostri temi: no ad altre patrimoniali, no alla revisione del catasto, sì all’abolizione Irap”. Inoltre, tornando sul Green Pass, l’esponente della Lega sottolinea che adesso “qualche ministro inizia a dire che su alberghi e ristoranti avevamo ragione noi. Quanto alla scuola, con l’85% dei docenti già vaccinati, parlare di obbligo non ha senso, anzi rischia di scatenare la reazione opposta: radicalizzare e portare su posizioni antiscientifiche e complottiste anche chi legittimamente è solo scettico o indeciso”.
Molinari ha espresso il proprio malcontento circa la gestione dell’immigrazione, criticando l’operato del ministro Luciana Lamorgese, e per la scadenza di Quota 100. Inoltre, alla domanda sulla scelta compiuta da Giorgia Meloni di rimanere fuori dalla maggioranza con Fratelli d’Italia, Molinari ha risposto che, qualora il partito vi fosse entrato, sarebbe stato un governo di Centrodestra con qualche voto di Centrosinistra. Ora invece c’è spesso bisogno di scendere a compromessi. Tuttavia, “non mi straccio le vesti per questa decisione, indipendentemente dal fatto che sia avvenuta per coerenza o per calcoli elettorali”.