Il vaccino non protegge solo dalla forma grave di Covid e dal rischio di morte, ma anche dal long Covid. Lo dimostra uno studio britannico presentato dallo Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage) e che è stato condotto dall’Ufficio per le statistiche nazionali per approfondire la sindrome per la quale i sintomi dell’infezione permangono anche dopo la guarigione. I risultati rivelano che i pazienti che hanno ricevuto due dosi di vaccino dimezzano i rischi del long Covid. Ciò vale per tutte le fasce di età. La probabilità di manifestare sintomi per più di 28 giorni dopo l’infezione è dimezzata dalle due dosi di vaccino. Gli immunizzati, infatti, hanno un ridotto rischio di infezione in generale, ma si abbassa – fino a dimezzarsi – anche quello di avere long Covid.
Un beneficio non di poco conto, visto che dallo studio è emerso anche che soffre di long Covid dopo 12 settimane una percentuale variabile di pazienti dal 2,3 al 37%. In particolare, coinvolge soprattutto le donne, anziani e coloro che erano in sovrappeso o obesi prima della malattia, ma anche chi mostrava prima della pandemia asma e cattiva salute fisica e mentale.
LONG COVID, SINTOMI? NON SOLO RESPIRATORI
Secondo il professor Enrico Clini di Unimore, direttore di Malattie dell’apparato respiratorio del Policlinico di Modena, un paziente su 4 di quelli ospedalizzati nei successivi 3-4 mesi può avere una riduzione transitoria dei volumi polmonari, uno su 2 della sua capacità di trasferire l’ossigeno al sangue arterioso. «È come se il polmone perdesse un po’ la sua normale capacità filtrante. Fortunatamente questi effetti tendono a ridursi nel tempo, anche se c’è una piccola quota che può avere un danno persistente o addirittura permanente», ha dichiarato a Il Giorno. Da giugno 2020 sono oltre 6-700 i pazienti in follow up. «Su primo contingente che noi abbiamo analizzato in maniera trasversale, e parliamo di 200 persone, abbiamo rilevato la sindrome nel 60% dei casi. Questo vuole dire che più di 1 paziente su 2, anche dopo dimesso, presenta la persistenza di qualche sintomo sebbene a distanza di tempo».
Quando si parla di long Covid si fa riferimento ad una sindrome clinica molto complessa, un insieme di sintomi che hanno conseguenze non solo a livello polmonare, ma anche di altri distretti dell’organismo. Dalla stanchezza fisica all’affaticamento nello svolgimento delle mansioni comuni, ma anche mancanza di respiro, dolori articolari, tosse persistente, anosmia e mal di gola. «È una sindrome molto variabile e sottolinea il fatto che questo virus quando si è inglobato nell’organismo, e ha dato luogo alla malattia, è andato un po’ dappertutto», ha concluso il professor Clini.