Il tema scuola sta divenendo sempre più pregnante, alla luce del fatto che fra circa un mese riapriranno i primi istituti e ripartirà l’anno scolastico 2020-2021. A riguardo ne ha parlato Antonello Giannelli, il numero uno dell’Anp, l’Associazione Nazionale Presidi, ospite stamane in collegamento con il programma di La7, Coffee Break: “Scuole? La differenza con l’anno scorso è essenzialmente la disponibilità del vaccino, c’è la ragionevole sicurezza, e ottimismo – esordisce – tuttavia, il trasporto pubblico non sembra in grado di riformulare se stesso, di fare delle corse dedicate alle scuole. Ciò che in altri Paesi si fa normalmente, da noi sembra impossibile. Eppure abbiamo avuto un anno e mezzo per fare degli interventi”.
Sulla questione obbligo vaccinale nelle scuole, Giannelli non sembra così preoccupato, tenendo conto che l’85% dei docenti ha ricevuto il siero: “Nel personale scolastico c’è una grande percentuale di vaccinati: certo, dobbiamo preoccuparci di quelli che ancora non lo sono ma il numero di non vaccinati del personale scolastico, cioè 200mila, mi sembra sovrastimato per vari motivi. Certo, ci sono vistose differenze tra i vari territori – ha aggiunto Giannelli – ma questo è da attribuire all’organizzazione del sistema sanitario su base regionale”.
ANTONELLO GIANNELLI: “I COLLEGHI PRESIDI CHIEDONO REGOLE CERTE”
In merito allo spettro della Dad, la Didattica a Distanza, Giannelli è convinto di una cosa: “Se le condizioni di sicurezza alle quali ci ha portato il vaccino sono tali da poter fare a meno del distanziamento, noi riusciremo a condurre l’anno in presenza. Se così non sarà, purtroppo il ritorno alla dad purtroppo sarà inevitabile. Ecco perché ritengo che il vaccino sia una necessità per tutti”.
Quindi Giannelli ha aggiunto e concluso: “Le richieste maggiori dei colleghi presidi sono sempre le stesse: certezza delle regole. Purtroppo viviamo in un contesto di regole molto vaghe con le quali si tende a scaricare sul livello più basso le responsabilità decisionali dei livelli più alti. Ma questo avviene in tutta la vita collettiva italiana e la scuola non fa eccezione”.