Quale sarà il destino della radio? Un quesito a cui ha provato a dare risposta il giornalista Francesco Fredella, autorevole firma del quotidiano “Libero”, all’interno di un articolo pubblicato proprio nella giornata di oggi, martedì 3 agosto 2021. Lo speaker di RTL 102.5 ha sottolineato che, originariamente, l’intento era quello di uccidere questo mezzo di comunicazione, ma successivamente si è avuta piena contezza del patrimonio smisurato dell’FM, rallentando così il passaggio al digitale, il famoso switch off che in queste settimane ha tenuto gli editori con il fiato sospeso.
Tuttavia, in base ad alcune voci di corridoio provenienti direttamente dalla Città Eterna, la direzione che si intenderebbe percorrere in questo momento condurrebbe verso una sovrapposizione tra FM-DAB, peraltro ancora da calendarizzare. “Così – scrive Fredella –, potrebbe esserci un binario parallelo (FM- DAB) fino alla morte naturale dell’analogico: sarà spento quando non sarà più giustificato il costo rispetto all’utenza, come accaduto con le onde medie. La data, presumibile, non dovrebbe essere prima del 2030. Ed è questa una prima vittoria per i radiofonici”.
IL FUTURO DELLA RADIO SECONDO FREDELLA: EVITATA LA MANNAIA DELLO SWITCH-OFF?
Il cronista pugliese rimarca poi come vi sia una data da segnare con l’immancabile circolino rosso sul calendario e che coincide con venerdì 6 agosto, quando si riunirà nuovamente il Consiglio dei Ministri, incaricato di vagliare il testo definitivo, a seguito dell’audizione pubblica di oggi. Lo stesso testo che, ancora, dovrà essere vagliato dalle Commissioni parlamentari, che avranno un lasso temporale pari a 40 giorni per esprimere il proprio parere
Fredella, tuttavia, si domanda cosa accadrà adesso e la risposta più plausibile è proprio quella che fornisce egli stesso nel suo servizio: tutto potrebbe rimanere così com’è almeno fino al 2030, quando lo switch over potrebbe davvero diventare realtà. Invece, “se la radiofonia avesse subito la mannaia dello switch off, come spiega NewsLinet.com, sarebbero sopravvissute 9 radio nazionali sulle attuali 16 e 300 locali sulle oltre 1000 esistenti”. Numeri impressionanti, figli di un’accurata attività di simulazione eseguita anni fa e che risulta più che mai attuale in questo periodo storico. L’emergenza radiofonica, insomma, pare temporaneamente scongiurata. E non è poco.