Stefania Salmaso, epidemiologa dell’associazione italiana di epidemiologia, è intervenuta nella serata di martedì 3 luglio 2021 ai microfoni della trasmissione di Rete 4 “Stasera Italia”, condotta da Veronica Gentili, durante la quale ha esternato il proprio punto di vista su Green Pass e vaccini. L’esperta ha innanzitutto sottolineato che chi si occupa di economia ha rilevato che l’incidenza del virus nei vari Paesi è una voce determinante in tal senso, in quanto a un notevole incremento dei casi di positività corrisponde un crollo verticale delle borse. Ecco perché “creare ulteriore confusione è deleterio: serve consapevolezza dei rischi e delle scelte da fare e un aumento del senso di responsabilità personale”.
Per quanto concerne la certificazione verde e gli obblighi introdotti dalla certificazione verde a decorrere dal prossimo 6 agosto, la professoressa ha evidenziato che, per ora, “quello che è stato deciso mi sembra una base da cui non si possa derogare. Sui trasporti di lunga percorrenza, dove si trascorrono molte ore insieme, mi sembrerebbe una situazione desiderabile l’introduzione del Green Pass obbligatorio. Sulla media e breve percorrenza è invece un problema più complicato, che va a intralciare la possibilità delle persone di spostarsi e i loro diritti”.
STEFANIA SALMASO: “I NO VAX VANNO PERSUASI GENTILMENTE”
Secondo Salmaso, invece, sui luoghi di lavoro vanno fatte distinzioni ben precise e la certificazione verde è lo strumento minimo che si possa utilizzare per cercare di filtrare le persone infette: “Se nelle scuole non si introducono questi meccanismi, va organizzata una sorveglianza della circolazione del virus tra gli studenti”. L’idea di pagare le persone affinché si facciano vaccinare “mi sembra una cosa orrenda, ma è chiaro che tutti noi vorremmo che ci fosse una persuasione, con una consapevolezza gentile”.
Per quanto attiene ai no vax presenti all’interno del personale sanitario, gli individui contrari per motivi ideologici “sono abbastanza limitati, quindi credo che quello che abbiamo visto sia una quota abbastanza ridotta. Certi professionisti hanno un obbligo verso le persone che devono curare. L’idea che ci siano delle persone che si possano ad esempio prendere il morbillo perché non vaccinate e lavorino in oncologia pediatrica, a me sembra terribile”.