Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, è preoccupato per la crescita dell’arsenale nucleare della Cina. Durante un incontro con i ministri degli esteri dei paesi asiatici e delle nazioni partner, ha spiegato come Pechino si sia oramai nettamente discostata dalla strategia della deterrenza minima seguita negli ultimi decenni. In un rapporto dell’American Federation of Scientists dello scorso mese si parlava di come la Cina stia costruendo nella regione dello Xinjang oltre 100 silos per ospitare missili a testata nucleare.
Blinken ha anche invitato la Cina a cessare il comportamento “provocatorio” nel Mar Cinese Meridionale e “ha sollevato serie preoccupazioni per le continue violazioni dei diritti umani in Tibet, Hong Kong e Xinjiang”, ha affermato il dipartimento di Stato in una nota. Nel suo discorso, Blinken ha esortato tutti gli Stati membri dell’ARF a fare pressione sul governo militare del Myanmar per porre fine alla violenza e sostenere la gente del paese mentre lavorano per tornare al governo democratico.
Usa vs Cina, il rapporto del Pentagono sulle testate nucleari di Pechino
Oltre alla preoccupazione di Antony Blinken sul nucleare della Cina, un rapporto Usa del 2020 stimava le scorte di testate nucleari di Pechino nei “bassi 200” e prevedeva un raddoppio delle dimensioni man mano che la Cina si espande e modernizza le sue forze. Gli analisti affermano che gli Stati Uniti hanno circa 3.800 testate e, secondo una scheda informativa del Dipartimento di Stato, 1.357 di queste sono state schierate a partire dal 1° marzo.
Pechino afferma che il suo arsenale è sminuito da quello di Stati Uniti e Russia ed è pronta a condurre dialoghi bilaterali sulla sicurezza strategica “sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco”. Blinken ha preso parte a una serie di incontri questa settimana in cui ha cercato di rafforzare il messaggio degli Stati Uniti, ovvero un serio impegno con i paesi asiatici per respingere Pechino.