Vincere l’oro dopo aver pregato la Madonna, in Italia nel 2021, viene ‘scambiato’ (volutamente) per mera scaramanzia: va su tutte le furie “Libero” oggi con l’editoriale di Renato Farina che riporta un dettaglio minimamente segnalato due giorni fa dopo l’incredibile Oro nella Marcia 20 km alle Olimpiadi di Tokyo per la marciatrice Antonella Palmisano.
Nel Tg1 andato in onda alle ore 20 venerdì sera viene giustamente celebrata la giornata da incorniciare dell’Italia olimpica, con il tris d’ori conquistati dalla staffetta 4×100 metri, il karateka Busà e proprio la marciatrice trionfatrice nella 20 km Palmisano: «ha un ringraziamento dentro di sé: per la Madonna», annota Farina fiero come milioni di italiani per quel talento spontaneo che ci ha consegnato una delle splendide 40 medaglie d’oro, record di sempre per gli azzurri alle Olimpiadi. Nel servizio della giornalista del Tg1 viene citata e mostrata l’euforia della famiglia Palmisano in quel di Mottola (Brindisi): «Ha detto: papà vai alla chiesetta, vai alla Madonna delle Sette Lampade. Ci sono andato, ho acceso le sette lampade, Gesù ci ha fatto il miracolo», spiega papà Palmisano raccontando la telefonata prima della gara della figlia.
LA PREGHIERA NON È UNA SCARAMANZIA
Ma è il commento del servizio Rai a impressionare, questa volta in negativo: «Rituali che portano fortuna, come i fiori che indossa a ogni gara, realizzati dalla mamma. Miracoli o scaramanzia, in una terra che fa incetta di medaglie». Pregare come scaramanzia, un cero alla Madonna come un rituale qualsiasi, ancora una volta la religione cristiana considerata al pari di filosofie new age o quant’altro: «Ma chi sono costoro che si sono eletti interpreti autentici dell’amore del popolo per le proprie radici religiose. Nessuna protesta del Codacons, non pare che ci siano state proteste di massa. Abbiamo accettato che la linfa che attraversa le generazioni sia trattata come folklore superstizioso. Neppure si dà credito alla possibilità che ci sia amore autentico e non gesto propiziatorio dietro quell’omaggio alla Vergine», scrive indignato Renato Farina. Ci uniamo al suo disappunto, anche perché solo due giorni prima l’altro marciatore d’Oro alle Olimpiadi giapponesi, il fenomenale Massimo Stano, aveva fatto parlare di sé per l’intervista in cui ammetteva, «Mi sono fatto musulmano per potermi sposare con la donna che amo». Nessuno – giustamente – si è scandalizzato per queste parole, è stato preso sul serio nella sua convinta nuova fede e non si è scambiato la religione islamica per “scaramanzia” o “rituale”: ci chiediamo – come si chiede “Libero” – come mai il medesimo atteggiamento non avvenga anche per la fede cristiana e la semplice preghiera di una campionessa.